Dopo l’abrogazione della legge sulla caccia da parte del Consiglio regionale piemontese, bloccando così il Referendum che era stato fissato per il prossimo 3 giugno, il comitato promotore della consultazione ricorre a Tar.
Il Comitato promotore del Referendum sulla caccia in Piemonte presenta ricorso al Tar avverso la procedura utilizzata dal Consiglio regionale che abrogando la legge 70 sulla caccia ha fatto, di conseguenza decadere il referendum che era stato fissato per il prossimo 3 giugno.
Con il medesimo ricorso il Comitato chiede lo scioglimento dello stesso Consiglio regionale per “violazione dell’articolo 126 della Costituzione”, inoltre è in corso di valutazione da parte dei promotori un’azione legale da avviare ai fini di un eventuale risarcimento danni.
Come ha spiegato uno dei componenti del Comitato promotore, l’avvocato Andrea Fenoglio, “Il ricorso al Tar con il quale chiediamo l’invalidazione dell’intera procedura è stato presentato con procedura d’urgenza e confidiamo di avere risposta già tra qualche giorno”.
Ha aggiunto poi Fenoglio, “Per quanto riguarda lo scioglimento del Consiglio regionale, è una richiesta che abbiamo avanzato perchè riteniamo ci sia stata una violazione chiara di un diritto costituzionalmente garantito, quella di un cittadino di poter avere il referendum”.
Nel frattempo il Comitato promotore del Referendum ha organizzato per il prossimo 3 giugno una manifestazione nazionale che, come ha spiegato Roberto Piana del comitato, “Sarà una manifestazione innanzitutto per la democrazia perché non vogliamo tacere di fronte a quello che riteniamo un furto di legalità. Il Consiglio regionale non può illudersi, con un artificio tecnico, di non permettere ad alcuni milioni di piemontesi di esprimersi”.