Dopo quasi 25 anni di accese diatribe giudiziarie in Piemonte si andrà a votare in un referendum regionale contro la caccia.
Dopo innumerevoli diatribe tra comitati e Regione Piemonte durate quasi 25 anni, si terrà nella primavera del prossimo anno, tra il 15 aprile ed il 15 giugno, un referendum regionale con il quale i cittadini piemontesi potranno votare a favore o contro l’attività venatoria nella regione.
La conferma è arrivata a seguito dell’udienza del TAR Piemonte svoltasi lo scorso 23 novembre nel corso della quale al Regione si è impegnata a rispettare la sentenza della Corte d’Appello del 29 dicembre 2010 che sbloccò la questione iniziata nel 1987 quando vennero raccolte circa 60.000 firme a favore di un referendum regionale con il quale si voleva abrogare alcuni articoli dell’allora vigente normativa venatoria, la Legge Regionale 60/79.
Il referendum fu allora bloccato a causa della questione giudiziaria che si venne a creare dopo che la Giunta Regionale piemontese fece passare una legge che a tutti gli effetti non teneva alcun conto della petizione popolare e quindi delle richieste di cittadini e ambientalisti.
Nel caso in cui passasse il referendum una delle prime modifiche comporterebbe l’assoluto divieto di caccia la domenica e su terreni innevati; inoltre ci sarebbe una maggiore regolamentazione dell’attività venatoria con l’ampliamento dell’elenco delle specie animali appartenenti alla fauna protetta con più di venti specie di animali tra mammiferi e uccelli che invece attualmente sono cacciabili.