Non c’è pace per i cacciatori piemontesi. La caccia in Piemonte è stata sospesa dal Tar a seguito dell’ennesimo ricorso a firma ambientalista riguardante il Calendario Venatorio regionale.
Nella giornata di ieri, 8 settembre 2012, il Tar Piemonte ha sospeso il Calendario Venatorio approvato lo scorso mese di giugno dalla Giunta Regionale piemontese che nei prossimi giorni è chiamata ad adeguare la normativa in modo da permettere l’apertura ufficiale della Stagione Venatoria.
La decisione del Tar aderisce alle richieste delle associazioni ambientaliste Lega per l’abolizione della caccia (Lac), Pro Natura e Fondazione per l’Ecospiritualità, riguardanti la sospensione ed il successivo annullamento della delibera dell’11 giugno con la quale la Giunta Regionale ha approvato il Calendario Venatorio, e di tutti gli atti di deroga per le aziende faunistico venatorie e gli agriturismi venatori.
I giudici del Tribunale Amministrativo Regionale ha ritenuto fondate le motivazioni del ricorso ambientalista riguardanti fondamentalmente tre aspetti: la mancanza del Piano Faunistico Venatorio previsto dalla Legge Nazionale sulla Caccia; la mancanza della Valutazione di Incidenza Ambientale per l’attività venatoria nelle aree della rete europea “Natura 2000” istituite per garantire il mantenimento di habitat naturali e di specie animali e vegetali minacciate o rare; infine nella redazione del Calendario Venatorio non si sarebbe tenuto conto del parere dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, obbligatorio ma non vincolante.
Ovvia soddisfazione delle associazioni ambientaliste ricorrenti; Roberto Piano della Lac ha infatti così commentato la decisione del Tar, “Domenica i cacciatori possono rimanere a dormire fino a tardi. È stata punita l’arroganza di questa maggioranza e chiediamo che l’assessore Claudio Sacchetto lasci l’incarico sia per il saccheggio del referendum, sia per la politica venatoria della Regione”.
Proseguendo Piano fa riferimento all’abolizione della Legge Regionale sulla caccia in Piemonte avvenuta a maggio per evitare il costosissimo referendum abrogativo voluto dagli ambientalisti affermando, “È venuto a mancare un impianto legislativo e con questo anche una serie di norme a tutela della fauna, come i criteri per istituire le oasi di protezione”.
Secondo Piero Belletti, di Pro Natura, “per gli animali selvatici è una grande vittoria e un grande giorno. Ora aspettiamo con fiducia che Napolitano sciolga il Consiglio regionale colpevole del furto di democrazia del maggio scorso”.
In attesa dell’udienza finale del ricorso per garantire la Stagione Venatoria la Giunta Regionale potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato oppure formulare le opportune modifiche al Calendario Venatorio che tengano conto delle motivazioni del ricorso.
Non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale Claudio Sacchetto che ha affermato, “Non è una vittoria ma un errore del Tar che nella sentenza prende in considerazione il parere dell’ISPRA di due anni fa, noi abbiamo fatto riferimento a quello di quest’anno”.
Inoltre l’assessore Sacchetto non si considera preoccupato e rassicurando i cacciatori spiega, “Si tratta di cambiare le date per alcune specie: fagiano, quaglia e starna. Comunque lunedì affronteremo la questione nel dettaglio e provvederemo”.