Il tanto discusso Referendum sulla caccia in Piemonte si farà il 3 giugno 2012 come fissato dal decreto firmato dal presidente della Regione Roberto Cota.
Il prossimo 3 giugno avrà luogo tra le già innumerevoli polemiche il Referendum sulla Caccia in Piemonte; proprio oggi è stato pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione il relativo decreto firmato nella giornata di ieri dal presidente Roberto Cota.
La data è stata fissata dalla giunta regionale dopo che lo scorso 10 febbraio il TAR aveva dato alla Regione un termine di 15 giorni per la programmazione del referendum che avrà come oggetto della consultazione l’introduzione del divieto di caccia la domenica, del divieto di caccia su terreni coperti da neve, di un limite al prelievo venatorio a quattro specie, e della limitazione dei prelievi concessi alle aziende faunistico-venatorie.
In particolare i quesiti referendari si incentrano fondamentalmente intorno a quattro punti: il Divieto di caccia per 25 specie selvatiche, ovvero viene chiesto che 25 specie vengano cancellate dall’elenco delle specie cacciabili; per esclusione resterebbero cacciabili sono quattro specie e cioè lepre, fagiano, cinghiale e colino della Virginia anche se quest’ultima è stata nel frattempo inserita nell’elenco delle specie protette dacca Comunità Europea quindi le specie cacciabili si riducono a tre. E’ comunque prevista la possibilità di intervenire con misure di controllo qualora l’eccessiva presenza di fauna selvatica dovesse comportare danni all’agricoltura.
Il Divieto di caccia la domenica: il quesito chiede che la domenica non sia più una giornata in cui si possa esercitare la pratica venatoria.
Il Divieto di cacciare su terreno coperto da neve: il divieto in effetti è già previsto dalla normativa vigente ma il quesito punta ad eliminare anche le eccezioni previste quali ad ad esempio per la caccia gli ungulati, alla volpe ed alla tipica fauna delle zone alpine.
Limitazione ai privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie: il quesito punta a ridurre il privilegio delle ex riserve di caccia private ove è possibile abbattere animali in numero superiore rispetto al territorio libero quindi senza limite al carniere per molte specie.
Sia Cota che l’assessore all’agricoltura Claudio Sacchetto non hanno espresso commenti sul provvedimento pur se nelle settimane passate si sono dichiarati contrari al voto sulla caccia soprattutto per i costi che avrà tutta l’organizzazione del referendum; alla Regione infatti è sempre più diffusa l’opinione che si potrebbe evitare di spendere tanti milioni di euro per dare luogo ad una votazione sulla caccia modificando la relativa legge in seno al Consiglio regionale.
Di tutt’altra opinione sono invece i comitati promotori del referendum che anzi festeggiano l’ottenimento del referendum dopo 25 anni di attesa tra tante battaglie. Il capogruppo IdV in Regione, Andra Buquicchio, ha commentato con perplessità, “Bene il referendum, ma sono perplesso sulla scelta della data. Mi sembra il solito espediente per allontanare i cittadini dalle urne limitando la partecipazione democratica. Domenica 3 giugno è in mezzo al ponte per la festa della Repubblica e molti potrebbero essere in vacanza”.