La Commissione ambiente della Regione Piemonte si è riunita preannunciando bufera sulla discussione in merito ad un eventuale referendum sulla caccia ma pare si sia trattato solo di una leggera brezza di botta e risposta tra i partecipanti.
Era preannunciata come una Commissione Ambiente “calda” dopo il botta e risposta tra Giorgio Abonante e il Presidente Mario Bocchio sull’utilità della convocazione di una seduta sulle problematiche della caccia.
Ma invece è stata una Commissione abbastanza soft, a parte qualche obiezione da parte di Gianni Ivaldi (PD), con interventi praticamente solo delle Associaizoni della Caccia e dello stesso Presidente Bocchio, sul futuro delle attività venatorie in vista del possibile referendum. Ad inizio Commissione, Ivaldi ad inizio chiede di quale Assessorato fosse la competenza della caccia. “Non sapevo ci fosse una delega per la caccia ad un Assessore” commenta il capogruppo PD.
Bocchio risponde che “non esiste una delega ad un Assessore, ma tutto rientra nelle competenze dell’Assessore all’Agricoltura Trussi, oltre che quelle di questa Commissione Ambiente”. Trussi che però ha dovuto assentarsi per impegni istituzionali e ha lasciato a Claudio Prigione, Assessore al Welfare Animale, la voce della Giunta. “In tempi di crisi, è necessario un referendum per l’abolizione della caccia? Sarebbe più utile una rivisitazione delle norme attuali” comincia il dibattito Bocchio, lasciando poi la voce alle Associazioni venatorie.
“Non è il caso spiegare che cos’è la caccia, fa parte di una filosofia antica che non è attualmente recepita dalla maggioranza della popolazione – spiega il rappresentante della Federazione Italia della Caccia Negri – Siamo ormai una minoranza (1% della popolazione), e non abbiamo un rapporto numerico tale da farci ascoltare”.
La legge nazionale contempla la possibilità di adempire a fondi privati, cosa non permessa ad altri, e la caccia ha avuto notevoli cambiamenti negli ultimi anni: dall’agricoltura, all’ambiente, all’opinione pubblica. Noi vogliamo continuare a praticarla nel rispetto delle regole. Abbiamo l’esatta condizione di quello che è l’ambiente, con un costante monitoraggio.
Del reparto venatorio fanno parte anche le guardie volontarie, che svolgono un’azione precisa di monitoraggio utile a tutta la collettività. Ormai la maggior parte delle specie sono protette, e quelle che vengono cacciate sono anche per avere un riequilibrio numerico sul territorio compatibile con tutte le attività antropiche.
“Il problema del referendum: io direi che sono quasi favorevole, così almeno diciamo una volta per tutte se meritiamo ancora di esistere. Noi ci aspettiamo che il Comune, nonostante non abbia competenze specifiche, rappresenta un’entità territoriale importante e può avere una sua incidenza in ambito regionale”.
“Sono pienamente d’accordo con Negri – aggiunge Rota di Enalcaccia – E’ un problema molto sentito, non sono pochi i cacciatori, e soprattutto c’è un giro di soldi attorno, dal vestiario a tante altre settori, bloccare tutto vuol dire anche togliere posti di lavoro”. Raccamota di Italcaccia invece legge un comunicato congiunto di tutte le associazioni venatorie: “In una legge complicata come questa ci auspichiamo che vengano considerati i dati scientifici e i risvolti di una modifica completa della legge attuale”.
Al termine dell’audizione, nessuno dei Commissari interviene, allora Mario Bocchio sveste i panni del Presidente e assume quella del Consigliere: “A 5 anni dall’approvazione della legge sulla caccia, è necessaria una rivisitazione per i problemi createsi in questo lasso di tempo. Primo quello sulla fauna selvatica, secondo tutti gli appesantimenti burocratici dovute al passaggio di certe competenze alla provincia”.
Ivaldi invece critica l’opportunità di convocare la commissione: “Io sono contro la caccia, ma c’è una legge nazionale e quindi la rispetto. Mi dà fastidio che questo sembra un discorso propagandistico elettorale: se tutti siamo membri di una stessa commissione, doveva esserci un percorso comune per poter creare un documento da approvare, visto che si parla di mozione”.
“Proprio perché ho questa delega alla tutela degli animali, a priori non esclude di interessarmi della caccia – commenta invece l’Assessore Prigione – Se viene interpretata la tutela in modo restrittivo, dovremmo promulgare una legge che ci obblighi a diventare tutti vegetariani. L’estremismo della Lega Anticaccia è lo stesso di Monti verso i taxisti di adesso. Regolamentiamo la caccia, perché non va bene che l’animale selvatico venga vicino al centro abitato e crei problemi all’agricoltura, ma se non regolamentiamo la caccia come facciamo a dire ad un cinghiale o ad un capriolo di non venire in città?”
“Non abbiamo sollecitato noi questo incontro, in un momento di contrasto e di vicine elezioni per il nostro Comune, ma purtroppo questo si accompagna con il passaggio referendario sulla caccia – commenta ancora Negri di FIC – Sono comunque d’accordo con Ivaldi che andava preparato quest’incontro. Non ci aspettiamo grandi cose, ma se il Consiglio Comunale di Alessandria si vuole fare carico delle esigenze del mondo venatorio e della società civile per una corretta esigenza su interessi opposti noi ci siamo”. “Pregate che il cacciatore non appenda il fucile al chiodo, se no sarete voi a chiederci la regolamentazione” conclude Rota di Enalcaccia.
Fonte: TuonoNews