L’Assessore Sacchetto ritira l’emendamento abrogativo della legge regionale n.70/96 sulla caccia in Piemonte auspicando un nuovo testo normativo in breve tempo.
17 Gennaio 2012 – Nella giornata di ieri lunedì 16 gennaio 2012 l’Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, nel corso della terza commissione permanente del Consiglio Regionale, ha ritirato l’emendamento abrogativo dell’attuale legge regionale sulla caccia (L.R.4 settembre 1996 n.70). I membri della commissione si sono impegnati ad approvare entro un mese e mezzo una nuova legge regionale per disciplinare la materia.
Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “Innanzitutto va sottolineato con forza e vigore che l’emendamento abrogativo della legge 70/ 96 da me presentato non era un atto istintivo e avventato, ma al contrario giuridicamente e amministrativamente valido: in attesa di un nuovo testo normativo, in Piemonte sarebbe valsa la legge nazionale in materia, senza alcuna situazione estrema di vuoto legislativo come a qualcuno piace far credere.
L’emendamento, non accettato in sede di commissione, è allora stato da me ritirato, non prima però di aver ricevuto la garanzia assoluta da parte dei membri della commissione stessa, di un lavoro intensivo nelle prossime settimane con il fine di redarre una nuova legge regionale entro e non oltre un mese e mezzo.
Solo con una nuova normativa potremo finalmente lasciarci alle spalle una legge oramai superata e dotare il Piemonte di una regolamentazione moderna, portandolo sotto questo punto di vista in linea con le altre regioni italiane.
In questo modo si può evitare il referendum, risparmiare una cifra che si aggira intorno ai 20 milioni di euro e, soprattutto, rispettando la legge, dare dignità ai cacciatori, sempre più al centro di un accanimento mediatico e non solo che non è giustificabile in alcun modo.
La nuova normativa deve contemplare la caccia non come attività da relegare e soffocare, ma nel rispetto delle regole, deve valorizzarne il ruolo di promozione turistica, di difesa dell’agricoltura dalla fauna selvatica in eccesso, di antica tradizione della nostra terra.
Sono convinto che la libertà di ciascuno deve finire dove inizia quella degli altri, allo stesso modo penso che la democrazia indiretta, al pari (e non meno) di quella diretta, debba poter essere garantita con tutte le forze: a questo proposito sto lavorando con il massimo impegno nel mio ruolo di Assessore Regionale all’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca nel tentativo di raggiungere un risultato costruttivo; attacchi continui mirati, volti solo a screditare spesso conoscendo poco la materia, non fanno il bene del Piemonte.
Posizioni ambientaliste intransigenti di principio non possono guidare la regolamentazione della caccia: al residente in centro città probabilmente egoisticamente non importa del ruolo dell’attività venatoria nel contenimento della fauna selvatica e inconsapevole protesta, ma ai titolari delle 67 mila aziende agricole insediate in Piemonte interessa la possibilità di non vedere i propri appezzamenti disastrati ogni anno dagli ungulati.
Alla posizione dei referendari confido si possa rispondere con una legge rinnovata, positiva e moderna, cominceremo con impegno domani con una doppia seduta della terza commissione (mattutina e pomeridiana), quattro sono le proposte di legge: Lega-Pdl, Pd, Idv e Verdi Verdi. Buone affinità con la nostra sono riscontrabili nella proposta PD”.
Fonte: AgenziaParlamentare