Caccia Pesca Ambiente attacca la Regione Sicilia sulla questione dell’istituzione del Parco dei Peloritani; attenzione ai rischi di abolizione della caccia.
L’associazione Caccia, Pesca, ambiente attacca la Regione per la volontà di voler istituire l’ennesima parco in una zona dove già vi sono 65.000 ettari di territorio protetto. E mette in guardia dai rischi di abolizione della caccia. Soprattutto l’aumento della presenza di cinghiali che già ora sospingono quasi fino in città alla ricerca di cibo.
Dell’istituzione del Parco dei Peloritani e della sua valenza strategica si parla da anni. Per i fautori il parco valorizzerebbe il territorio ed avrebbe ricadute positive sotto l’aspetto ambientale e turistico. Tanto più che negli ultimi mesi anche l’assessore regionale all’Ambiente, il messinese Maurizio Croce, si è detto favorevole al progetto che intende portare a compimento. Sulla vicenda ora torna a farsi sentire l’associazione “Caccia, Pesca, Ambiente” che al contrario ritieni l’istituzione dei parchi penalizzante per quanti vivono e lavorano all’interno di queste aree.
Una recente inchiesta giornalistica ha accertato che i quattro parchi siciliani costano circa 16 milioni di euro l’anno. Secondo Marisa Calafiura e Salvatore Panassidi, responsabili provinciali di Caccia, pesca e ambiente, a fronte di queste spese nulla o poco è stato fatto in queste aree dove la natura è protetta e dove ci si ritrova a fare lo slalom tra immondizia, elettrodomestici, eternit. Nessun sentiero, nessuna area attrezzata e recinzioni inesistenti o danneggiate. Del resto, sostiene l’associazione venatoria, già all’interno dell’area destinata a Parco dei Peloritani ricadono 25.000 ettari di siti di interesse comunitario, 30.000 di Zps, la riserva naturale di Monte scuderi per un totale di oltre 65.000 ettari di territorio protetto. Che senso ha – si chiede Caccia, pesca e ambiente – vincolare una vasta area già protetta e sottoposta a divieti?
E dunque si ripropone la vecchia querelle fra ambientalisti e cacciatori. Questi ultimi temono che l’istituzione del Parco dei Peloritani vieterebbe totalmente la caccia e introducono un tema delicato quella della sempre più massiccia presenza dei cinghiali sui nostri monti. La scomparsa dei cacciatori sui Peloritani – spiegano Panassidi e Calafiura- consentirebbe ai cinghiali di moltiplicarsi a dismisura mentre già oggi scendono a gruppi a ridosso dei condomini addirittura in viale Giostra e Torrente Trapani in alcuni casi provocando ingenti danni. Insomma secondo l’associazione venatoria Messina e i messinesi non avrebbero nessun vantaggio dall’istituzione del parco e chiede un confronto con l’amministrazione comunale per discutere dei temi più scabrosi.
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