Nel clamore della polemica e nonostante le proteste degli ambientalisti, ieri 4 Ottobre, il Senato ha approvato il disegno di legge riguardante l’esercizio della caccia in diversi ambiti territoriali.
Il disegno di legge n.2422 è stato approvato in prima lettura al Senato, con 137 voti favorevoli, 99 voti contrari e solo 5 astenuti; il prossimo passo verso l’approvazione del provvedimento è l’esame della Camera.
In particolare questo provvedimento vuole fornire le linee guida per “l’interpretazione autentica” della norma che stabilisce le modalità di esercizio della pratica venatoria nelle diverse zone di caccia prescelte; la legge dovrebbe risolvere la questione sollevata di recente nella zona dell’Appennino tosco-emiliano che ha visto numerosi cacciatori provenienti dal Trentino-Alto Adige sanzionati dalle Autorità preposte al controllo venatorio per aver praticato la caccia in ambiti territoriali diversi da quelli prescelti all’inizio della stagione venatoria.
Secondo la vigente normativa sulla caccia, il cacciatore che esercita per l’intera stagione venatoria la caccia in forma vagante nell’ambito territoriale alpino non può praticare altre forme di caccia, come ad esempio da appostamento o in zone appenniniche ecc, né nella propria regione, né in altre, e lo stesso vale al contrario per i cacciatori degli ambiti di pianura o appenninici.
Lo scontro sul provvedimento vede da una parte la maggioranza dei Senatori che fonda le proprie motivazioni sull’ingiusta pena accollata a quei cacciatori colpevoli solo di aver esercitare un diritto riconosciuto loro dalla legge, mentre dall’altra parte della barricata si sono dichiarati contrari all’approvazione di questo provvedimento che riguarderebbe “un ristrettissimo numero di cacciatori” e servirà soltanto a rendere “ancora più confuso un quadro normativo che attende da tempo un intervento di razionalizzazione”.
Secondo il capogruppo di Idv, Nello Di Nardo, che si è dichiarato contrario al provvedimento, ”L’attivita’ venatoria può e deve essere esercitata in modo conforme alla normativa comunitaria e comunque con modalità non in contrasto con i superiori valori di cui all’articolo 9 della Costituzione. Ogni strappo procedurale inferto al già problematico equilibrio della disciplina vigente vedrebbe sempre la netta contrarietà del nostro Gruppo”. Inoltre, Di Nardo commenta il disegno di legge dicendo che “di fatto, deregolamenta completamente la disciplina dell’attività venatoria”.
Infine conclude Di Nardo, “Si tratta di una proposta nata dal fatto che negli ultimi anni alcuni cacciatori sarebbero stati multati perché esercitavano la propria attività venatoria al di fuori del proprio territorio. Insomma per salvare alcuni viene penalizzata la tutela dell’ambiente. Saremo sanzionati dall’Europa per colpa di pochi, ma questo, evidentemente, alla maggioranza non interessa”.
Immediate le proteste delle associazioni ambientaliste come Lac ed Enpa del tutto contrarie all’approvazione al Senato di questa legge sulla caccia che definiscono “leggina-vergona salva-furbi” o anche “salva bracconieri del Trentino” anche in virtù del fatto che i promotori del provvedimento sono proprio due senatori della Lega Nord: il trentino Sergio Divina, ed il friulano Mario Pittoni.
Infatti, è parere delle associazioni ambientaliste, che lo scopo della norma sia quello di “fornire un appiglio giuridico per sanare la posizione di alcune centinaia di cacciatori alpini, sanzionati principalmente in Emilia e in Toscana per avere violato la regola dell’ ‘opzione di caccia in via esclusiva”.