I cacciatori di Morano Calabro, nella provincia di Cosenza, protestano contro la scelta dell’Ente Parco Nazionale del Pollino concernente la caccia di selezione al Cinghiale.
I cacciatori delle Aziende faunistico/venatorie “Monzone e Sant’Angelo”, associazione no profit, protestano nei confronti dell’Ente Parco Nazionale del Pollino denunciando le difficoltà nel portare avanti la gestione delle aziende sopraccitate a causa dell’attività di caccia di selezione al cinghiale autorizzata dallo stesso Parco.
I motivi della protesta si leggono inoltre nella nota diffusa dal presidente dell’associazione, Gabriele Conte: “Tale caccia risulta infatti svolta senza alcuna distinzione di età, sesso, in ogni luogo, e qualsiasi giorno. Meglio pertanto definirla caccia “distruttiva”. Detta attività venatoria viene praticata in ossequio alle norme dettate dall’Ente, ossia con fucile a lunga gittata, meglio nota come carabina ad anima rigata, di calibro compreso tra 5,6 e 8 mm e ottica di puntamento”.
Proseguendo si legge nella nota, “A riguardo vogliamo citare alcuni dati balistici: la canna rigata imprime al proiettile una rotazione assiale producendo un effetto giroscopio allo scopo di aumentarne precisione e velocità sino a 825 m/s (il triplo della velocità del suono) sviluppando un’energia cinetica di circa 300 J, e può raggiungere la gittata massima sino a 2000 mt. I proiettili di piombo, con rivestimento metallico e punta in polimero, provocano all’impatto la frammentazione degli stessi”.
Inoltre scrive ancora Conte, “Le zone già segnalate all’Ente, per le quali si chiede di escluderle dalla caccia selettiva, sono immediatamente limitrofe ai territori gestiti dalle aziende faunistiche. In queste zone non esiste nessun insediamento agricolo ma sono prettamente boschive a ridosso del tratto autostradale Morano – Campotenese, quindi soggette ad un notevole flusso di autoveicoli e alla presenza umana derivante dalla presenza in loco dei cantieri autostradali”.
Continuando afferma l’associazione, “All’interno delle zone in cui è autorizzata la caccia selettiva, insistono attività didattico/sportive, turistiche, appassionati alla raccolta di frutti del sottobosco, escursionisti ecc. Esiste altresì sempre nella stessa zona, una delle emergenze del Parco nazionale del Pollino, l’antico Convento di Santa Maria di Colloreto appartenuto ai frati eremiti, fondato nel XVI da fra Bernardo da Rogliano. Il sito è particolarmente ricco di memorie storiche nonché di una proprietà privata nella quale è insediata un’attività agrituristica con parchi all’aperto e annesso laghetto di pesca sportiva”.
Concludendo fanno presente i cacciatori dell’associazione, “La caccia autorizzata dall’Ente Parco, potrebbe determinare casi di deviazione dei proiettili con angolo di incidenza inferiore a 18° (proiettili vaganti) che scoraggiano l’attività turistica provocando danni all’immagine e all’economia dell’area”.