Palle da Cinghiale calibro 12, conosciamole insieme… Questo articolo sarà una sorta di viaggio nel mondo delle cartucce per fucile calibro 12, riservate alla caccia al cinghiale.
Conoscere gli aspetti balistici delle cartucce per questo tipo di caccia, consentirà al lettore di avere un’idea più chiara sulle performance balistiche all’atto dello sparo, con relativi risultati. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sull’uso di palle singole, in inglese slug. Alcuni cacciatori non riescono a capire perché queste palle siano così precise nei bersagli di prova, mentre mancano il bersaglio sul campo. Una cosa è certa: un proiettile affinché sia preciso deve essere stabilizzato. Con i fucili a canna rigata, si riesce ad ottenere la stabilizzazione trasmettendo al proiettile a forma allungata un veloce movimento rotatorio.
Nei fucili a canna liscia, invece, non è possibile ottenere lo stesso risultato e per questo motivo occorre ricorrere ad un altro sistema, ossia tramite l’ impennatura del proiettile mediante alleggerimento della parte posteriore con una cavità alla base dello stesso, o per mezzo del il fissaggio di una borra alla base del proiettile, in modo tale che in entrambi i casi il centro di gravità risulti trasferito in avanti. Si possono anche utilizzare alette stabilizzatrici, le quali implicano una leggera perdita di precisione, ma permettono di impiegare proiettili molto più lunghi (quindi con maggior densità sezionale), i quali conservano la stabilità anche in traiettorie molto curve.
Precisione ed efficacia dei proiettili per fucili a canna liscia sono i pilastri su cui poggiano quest’ultimi. Le palle più affidabili combinano una palla in piombo ad una borra (in certe circostanze sagomata per ampliare l’effetto di impennatura), come avviene nella palla Brenneke e nella palla Gualandi.
L’innovazione in materia di slug è rappresentata dalla palla dotata di impennatura con alette, quest’ultima inventata nel 1983 dal francese ing. Sauvestre, che impiega un proiettile sottocalibrato dotato di sabot di plastica che si separa a breve distanza dalla bocca dell’arma. Il proiettile, di forma molto allungata ed a punta cava, ha un diametro di 11,4 mm ed è composto da un nucleo duro avvolto da piombo; il corpo del proiettile mostra vistose scanalature anulari. Il proiettile raggiunge la velocità iniziale di circa 500 ms (580 ms nel 12 magnum che usa lo stesso proiettile di 26 grammi ) ed a 100 metri conserva ancora una velocità di 375 ms (430 per il magnum) con un’energia di 1850 J (2440 J per il magnum). A questa distanza, un vento trasversale di 10 ms sposta una palla slug normale di 75 cm, la palla Sauvestre di 30 cm, mentre un proiettile per carabina di una diecina di centimetri. Tutti questi proiettili, con peso compreso tra i 24 ed i 39 grammi a velocità iniziale di 450-580 ms, danno rosate inferiori ai 5 cm di diametro a 50 metri di distanza. Il motivo per cui si ha l’impressione di una scarsa precisione è duplice.
Innanzitutto le doppiette non sono adatte per questo tipo di palle. Le armi progettate per sparare pallini sono azzerate per un tiro a 35 metri e le due canne sono abbinate al fine di sovrapporre le rosate a questa distanza. Le canne, dette strabiche, convergono su un punto ideale posto a 35 metri. Sparando a cinquanta metri di distanza succede che la palla sparata con la canna di destra, centri il bersaglio a parecchi centimetri a sinistra del punto mirato, mentre quella di sinistra parecchi centimetri verso destra. Ecco perché la rosata appare non precisa. Tale incongruenza non si riscontra nei sovrapposti e fucili ad una sola canna, ma generalmente compare il secondo difetto, ossia quello dell’azzeramento, il quale fa sparare molto più in alto o più in basso del punto mirato. I fucili a canna liscia sono azzerati per la distanza di 35 metri al fine di ottenere che il centro della rosata sia 10-15 cm al di sopra del punto mirato. L’arma dovrebbe essere azzerata, usando palle Brenneke o Gualandi, alla distanza di 70 metri e, usando palle Sauvestre, alla distanza di 100 metri.
Un fucile sovrapposto o semiautomatico a canna liscia, non azzerato, può sparare slug con adeguata precisione a condizione che il bersaglio non si trovi oltre i 60 metri; ciò significa che queste armi sono adatte alla caccia in battuta. Lo stesso accade anche se si utilizzano cartucce magnum con palla di circa 40 gr: si riesce a guadagnare energia iniziale, ma la traiettoria è più o meno la stessa. Esistono in commercio anche fucili cal. 12 con canna rigata, appositamente progettati per sparare palle slug. Se la canna è rigata, significa che essa riesce a stabilizzare un proiettile in relazione del movimento rotatorio impressogli e per questo motivo si dovrebbe utilizzare una palla a forma ogivale, in grado di dare migliori risultati sotto il profilo aerodinamico. Il problema è che una palla di piombo allungata in calibro 12, avrebbe un peso eccessivo, inopportuna per pressioni, lentezza e rinculo; se si tenta di risolvere il problema alleggerendo la palla, so ottiene un aumento della velocità iniziale inconciliabile con l’uso del piombo nudo, il quale non resisterebbe alla sollecitazione delle rigature.
Diventerebbe quindi indispensabile elaborare una palla sottocalibrata la quale non potrebbe essere che una palla allungata, con sabot resistente alla rigatura. Il vantaggio ottenuto sarebbe soddisfacente, poiché l’arma potrebbe essere azzerata sui 100 metri, e la forma aerodinamica ottimale permetterebbe di avere una discreta energia anche a tale distanza.
Le palle per canne rigate in commercio sono la palla Golden Slug della Brenneke, considerata solo un ripiego poiché è in piombo nudo, ha il profilo anteriore poco aerodinamico e non può quindi sfruttare i vantaggi della canna rigata. La palla Remington Copper Solid in lega di rame con sabot che però non è la più appropriata per essere sparata in canne lisce e non offre alcun vantaggio aerodinamico. Molti cacciatori hanno molti dubbi sul fatto che la palla asciutta sia dotata di sufficiente potere di arresto o meno. Il fucile a canna liscia per la caccia al cinghiale è il più adatto per la sua maneggevolezza, poiché quando serve sparare nel bosco o con prontezza di riflessi, permette di sparare al selvatico quasi “al volo”. In questo caso si può anche rinunciare ad una certa quantità di potere d’arresto. Una palla asciutta, infatti, smarrisce circa un quarto della sua velocità in 50 metri di volo. Alle normali distanze venatorie, con proiettili studiati che conservano la massima cessione di energia al selvatico, quest’ultimi consentono di ferire a morte un animale sui 50 kg di peso.
Occorre evidenziare il fatto che, in termini di penetrazione ed efficacia, è più opportuno il proiettile che abbia la maggior densità sezionale e quello che ha la maggior velocità all’impatto. Quindi si possono trarre le seguenti conclusioni. Se si spara d’imbracciata a distanze venatorie normali, ossia entro 50 metri, i vari tipi di palle si equivalgono per energia e precisione. Per distanze superiori fino a 100 metri, l’arma deve essere azzerata opportunamente oppure calcolare istintivamente la traiettoria che subirà una variazione di una quindicina di centimetri più in basso. Occorre ricordare che se le palle slug non causano danni ad un fucile con canne strozzate, provocano sollecitazioni anormali alla canne. Bisogna quindi evitare di sparare queste munizioni in vecchi fucili della cui resistenza non si sia ben sicuri. L’uso di palle asciutte comporta che queste si destabilizzano facilmente, vengono deviate da piccoli ramoscelli e rimbalzano sul terreno od alberi, diventando pericolose fin quasi ad un chilometro di distanza.
Fatta questa necessaria premessa, passiamo ora ad analizzare il tiro al cinghiale. Il cinghiale è un selvatico il quale è consigliabile abbatterlo al primo colpo, al fine di evitare pericoli per il cacciatore ed i suoi cani. Essendo molto resistente, è necessario utilizzare il calibro più adatto. Il cinghiale ha un peso compreso tra i 60 ed i 300 kg, anche se esemplari di taglia grande si trovano solo nell’est Europa. Nel nostro paese si potranno incontrare esemplari sotto i 100 KG, anche se alcune testimonianze riportano cinghiali dal peso di 100/150 Kg. La distanza di tiro deve essere compresa entro i 50 metri, con un’energia minima di 2000 joule, la quale viene può essere raggiunta da una palla slug o da un proiettile per carabina a canna rigata di almeno 7 mm. In sostanza sarà necessaria una palla in grado di provocare un grande impatto. La precisione dell’arma è un elemento secondario, poiché nella caccia al cinghiale è più importante un tiro rapido che non consente una mira accurata e precisa: l’ideale, quindi, è un’arma da imbracciare velocemente, con una buona linea di mira, da usare con cariche e palle standard che diano un rinculo sopportabile.
La ditta Brenneke ha messo in commercio la cartuccia RubinSabot, con una palla con impennatura in plastica dal peso di 28 gr. ed in grado di raggiungere la velocità iniziale di 510 ms (J. 3641), scendendo a 410 ms a 50 metri (J. 2285) ed a 334 ms a 100 metri (J. 1562). Innovativa risulta la palla SuperSabot, la quale comporta però il fatto che deve essere sparata da canne rigate per essere stabilizzata, poiché priva di impennatura. Questa palla pesa 31,8 gr e raggiunge la velocità ed energia di 465 ms e 3438 J. alla bocca, 374 ms e 2220 j. a 50 m. e 317 ms e 1598 J. a 100 metri. Ha un diametro di 16 mm. ed è composta all’esterno da una lega di ottone con un nocciolo composito, la quale si va a deformarsi a forma di fungo nel momento in cui impatta. La rosata di 5 colpi a 100 metri è risultata inferiore a 7 cm di diametro.
Esiste anche una palla cal 12 per la caccia al cinghiale costruita con “piombo tenero, ovvero il comune piombo dei tubi dell’acqua” che ha il potere dopo l’impatto con il selvatico di penetrare e frazionarsi in quattro parti, si comporta come un pallettone, rilascia all’impatto tutto il potere d’arresto, e gli spezzoni di piombo percorrono vie diverse a secondo della consistenza dei tessuti ed anno il potere di fuoriuscire , ha un potere di mortalità
eccezionale, non è pericolosa non rimbalza, poi il piombo si riduce a “foglietti di stagnol” di questa palla ne hanno parlato tre riviste specializzate del settore, è molto usata nel nord Sardegna e sta dando grandi soddisfazioni all’inventore. Si chiama palla a frattura prestabilita di Renzo Pianti tel 338 1464860
La palla che si fraziona va bene se si colpisce il selvatico ,ma se si colpisce una frasca si seziona e può colpire il cane che è nei pressi.In Sardegna i cinghiali sono di piccola taglia,al limite può pure andare. Ho provato sul selvatico palle simili(non uguali o le stesse)su selvatici di taglia attorno ai 35/40 kg ed anche se sono stati abbattuti fulmineamente,lo spezzettamento della palla mi ha fatto capire se fosse stato un maschio di oltre 100 kg alla medesima distanza non sarebbe rimasto sul colpo perché la penetrazione sarebbe stata scarsa,e poi in battuta non è che si sceglie la posizione del selvatico,si spara meglio possibile ma come viene. Per questo rimango con le palle tradizionali e ricarica personale.