Caccia: Palermo, Piano Faunistico Venatorio e Valutazione di Incidenza Ambientale, il Tar condanna la Regione ma non le Associazioni Venatorie.
Ciò detto, la cosa che ancor di più sorprende di questa sentenza è un’altra: come si può statuire che le motivazioni biologiche sulle quali l’Amministrazione ha fondato i propri discostamenti dal parere dell’ISPRA erano insufficienti? Non sono bastate cinque o sei pagine di calendario venatorio dedicato esclusivamente alle questioni biologiche? Ma cosa vogliono questi giudici, che il C.V. diventi un trattato di biologia applicata alla caccia?
La verità è un’altra. Per la prima sezione del T.A.R. Palermo dobbiamo semplicemente abolire il C.R.F.V. con i suoi pareri, dobbiamo abolire ogni potere discrezionale della P.A., dobbiamo divenire ciechi innanzi alle decisioni di tanti giudici che non si stancano di ripetere che l’ISPRA non può sostituirsi alle PP.AA., dobbiamo, soprattutto, abolire l’art. 18 della L. n. 157/1992 che detta il C.V. legale. E cosa dobbiamo fare allora?
Semplice: consegnare un pò di fogli di carta all’ISPRA e il calendario venatorio ce lo scriveranno i loro funzionari. Andremo a caccia dal primo di ottobre al 10/20 di gennaio, forse!!
Cari amici che ormai copiosi ci leggete, così è. Cosa fare? Resistere, resistere, resistere, prima o poi troveremo anche noi un giudice a Berlino. In conclusione, avuto a mente il C.V. 2013/14 ormai pubblicato non possiamo che dire: mala tempora currunt.
Il Presidente
Stefano Privitera
Sindacato Nazionale Cacciatori
( 10 luglio 2013 )