Da oggi 1° settembre si apre in gran parte d’Italia la stagione venatoria con la giornata di preapertura; per l’inizio ufficiale si dovrà aspettare il 18 settembre. I commenti sulla questione di noti personaggi dello sport e politici del settore con la passione della caccia.
Le regioni interessate, secondo quanto riferisce la Fidc, Federazione Italiana della Caccia, sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Marche, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e Molise. Per quanto riguarda il Piemonte e l’Emilia Romagna, ci sono disposizioni della Provincia o degli ATC che autorizzano la pre-apertura in molte province mentre in Campania è arrivato lo stop del Tar.
“Si potrebbe sicuramente anche fare a meno della caccia, ma si fanno anche tante altre cose non indispensabili fregandosene delle ripercussioni su animali e ambiente” è il commento alle polemiche dell’ex campione di ciclismo Francesco Moser, che all’Adnkronos sottolinea come “la caccia c’è sempre stata e certe polemiche sono spesso frutto di forze politiche o pseudo-politiche che cavalcano queste sciocchezze per ottenere il consenso degli elettori”. Per l’ex ciclista e cacciatore per diletto, troppo spesso viene dimenticato come in alcuni casi i cacciatori, paradossalmente, abbiano contribuito al ripopolamento di boschi e montagne. “Cacciando specialmente certe specie aggressive, si può anche produrre effetti positivi sull’ambiente. Infatti certi animali – continua – erano scomparsi da tempo qui in Trentino, ma adesso sono tornati proprio grazie alle politiche di abbattimento controllato”. ”Tutti parlano della caccia – conclude – ma nessuno ricorda come moltissimi uccelli vengano schiacciati o investiti dalle macchine. Bisognerebbe vietare anche le macchine allora?”. Anche lo ‘sceriffo’ però non parteciperà alla prima battuta di caccia stagionale. “Troppa confusione e poi preferisco andare a godermi la tranquillità della montagna di settembre con gli amici”.
Amante dell’attività venatoria Alessandro Altobelli ha la passione ”fin da piccolo, quando andavo a caccia con mio padre, e mi è rimasta. Ora vado di più all’estero perché sinceramente qui in Italia è diventato difficile” dice l’ex calciatore a Ign, testata online del Gruppo GMC Adnkronos, commentando le polemiche sulla pre-apertura in alcune regioni. ”Mi dispiace che ogni periodo ci sia sempre lo stesso problema. Capisco che c’è gente contraria e rispetto le loro opinioni anche se non le condivido. Vorrei però che loro rispettassero di più questa passione. Vorrei ricordare a tutti che i cacciatori sono i primi a rispettare le regole e i primi ad essere vigili sul territorio” sottolinea Altobelli.
In campo anche i politici.
“Ogni anno è la solita storia. Sono polemiche sterili, quello che dovremmo fare invece sarebbe discutere con atteggiamento scientifico. Il problema è che in Italia tutto si affronta con emotività eccessiva: da una parte alcuni cacciatori che non vedono l’ora di prendere la doppietta in mano, dall’altra alcuni ambientalisti che non vogliono che questo accada”. Tenta di spegnere le polemiche il senatore del Popolo della libertà Franco Orsi, cacciatore appassionato che, ammette all’Adnkronos, non imbraccerà il fucile alla pre-apertura: “Troppa confusione”. Le polemiche di questi giorni non sono altro, secondo il senatore, che l’effetto di una strategia di disinformazione che “cerca di mescolare le carte all’opinione pubblica”. Non è infatti possibile secondo Orsi che “a settembre le associazioni si lamentino che sia in corso ancora periodo di ‘dipendenza’ e – continua – a febbraio sia ancora momento di nidificazione; che si decidano perché è fisicamente impossibile ciò, in quanto passano meno di tre mesi tra un periodo e l’altro”. In questo modo, gli animalisti non contribuiscono al dialogo ma fanno in modo unicamente di “ostacolare la stagione venatoria con manfrine – continua – soprattutto quando affermano che la caccia in settembre mette in pericolo gli uccelli migratori: quelli non sono ancora arrivati nel nostro paese. Quello che si dovrebbe fare – conclude – è trovare un accordo come fatto con Legambiente per caccia di selezione”.
A parlare a Ign, testata online del Gruppo GMC Adnkronos, è anche il deputato del Pdl Luciano Rossi. ”Nella mia militanza e nel mio equilibrio anche nel gestire il Comitato tecnico faunistico venatorio abbiamo visto che in questi ultimi tempi il dialogo ha iniziato a produrre dei buoni effetti’ afferma Rossi in merito alle polemiche. ”Credo che questo sia l’approccio migliore per affrontare un’antica questione dove gli estremismi vanno marginalizzati, anche quelli di qualche componente del governo da cui prendo le distanze, ai quali anzi mi contrappongo”. Il tema, rileva Rossi, ”riguarda milioni di persone che condividono e conoscono la ruralità e altri che hanno altre aspettative con i quali bisogna dialogare”. ”Io sono un moderato che conosce e ama il mondo venatorio ma che ha voluto avviare un percorso di partecipazione sulle soluzioni possibili anzi necessarie” aggiunge Rossi che evidenzia l’importanza di ”raccogliere i dati per avere elementi precisi e dell’indagine scientifica”. E riguardo all’allarme lanciato da alcune associazioni per alcune specie sottolinea: ”A volte ci sono allarmismi infondati, a volte ben altri allarmismi sull’ecosistema e sull’equilibrio. Nel Comitato tecnico faunistico venatorio che presiedo questi argomenti sono emersi, siamo passati da una situazione emergenziale qual è quella dello storno sulla quale si è data una risposta. Su altre questioni ci sono atteggiamenti strumentali di chi chiede di dialogare e poi invece alimenta solo polemiche. Nel sano dialogo tra sensibilità diverse e passioni diverse io sposo quella della ruralità degli equilibri che vengono da storie millenarie piuttosto che da facili condizionamenti frutto di un momento e di una moda”.
La pre-apertura della caccia in alcune regioni ”non è un’anticipazione improvvisa o non prevedibile, ma riguarda l’applicazione di una legge quadro in materia, grazie alla quale per alcune specie le regioni possono, sentito l’Istituto nazionale della fauna selvatica, consentire l’apertura anticipata rispetto a quella generale” sottolinea a Ign, Stefano Masini, responsabile Ambiente della Coldiretti. ”Non dovremmo parlare di una pre-apertura – dice Masini – in termini di deroga ma di un’apertura condizionata alla conoscenza di alcune specie sostanzialmente migratrici e questo avviene sulla base di determinazioni scientifiche”. ”Occorre considerare che i calendari possano prevedere delle forme anticipate di prelievo tenuto conto della compatibilità con l’organizzazione dei lavori agricoli, per cui questi calendari risultano ammissibili e condivisi in quanto siano stati sottoposti a procedure concertate anche con le organizzazioni agricole del territorio, chiaramente tenendo conto delle diversità – sottolinea Masini – L’agricoltura al Sud è diversa da quella del Nord per cui non è pensabile un’unica decisione centralizzata ma occorre prevedere attraverso la conoscenza del territorio forme diversificate. Per cui la concertazione con le organizzazioni agricole è la condizione di ammissibilità di questi elementi temporali”.
Fonte: IGN, testata online del Gruppo GMC Adnkronos