Caccia/Oasi Protette – Voci intorno alle limitazioni della caccia evidenzierebbero la volontà della Provincia di forlì – Cesena e della regione si istituire undici nuove oasi di protezione del territorio provinciale.
Nuove limitazioni alla caccia in montagna? Le voci al riguardo si infittiscono ed evidenzierebbero la volontà della Provincia di Forlì–Cesena e della Regione di istituire 11 nuove oasi di protezione nel territorio provinciale con un’estensione di 12.259 ettari di cui 6.200 in territorio demaniale.
Già in altre occasioni la provincia di Forlì – Cesena, su invito degli uffici regionali, aveva cercato di arrivare alla quota fissata di territorio da interdire alla caccia nel piano faunistico provinciale aumentando la superficie non cacciabile in montagna, ma l’azione dei cacciatori e dei sindaci era riuscita a tamponare questi pressing costringendo così gli amministratori provinciali ad inserire altre aree (anche urbane) nel piano. A quel punto si sono scatenate le ire degli ambientalisti con relative polemiche tra il presidente della provincia Massimo Bulbi e il Wwf, quest’ultimo decisamente contrario all’apertura dei territori del demanio alla caccia.
In più occasioni gli amministratori hanno promesso ai cacciatori della montagna l’apertura parziale alla caccia di territori demaniali per compensarli delle notevoli quote di aree interdette all’attività venatoria (parco nazionale, sic, zps, aree di rispetto, distanza case e strada) ma passati gli esami politici, niente si è mosso. Almeno fino all’altro ieri quando sono cominciate ad emergere le proposte — aborrite da diverse squadre di cinghialai e dagli agricoltori — che hanno evidentemente interessato Bartolini, cacciatore dichiarato e sensibile ai richiami della categoria, il quale ha rivolto subito una interrogazione al governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani.
Secondo le indiscrezioni trapelate, nel comprensorio forlivese, verrebbero istituite le oasi di protezione in gran parte nei territori demaniali di Monte Collina (Tredozio), Monte Tiravento (Premilcuore – Santa Sofia), Monte Marino (Santa Sofia), Monte Forche (Galeata), e San Valentino (Modigliana), con la chiusura di oltre 6 mila ettari di territori oggi cacciabili. In cambio dovrebbero essere aperte alcune porzioni di terreno di proprietà del demanio regionale ex Arf ed ex Ersa, un iter questo però non di competenza della provincia, ma della giunta regionale previo parere dell’ ex istituto nazionale per la fauna selvatica (oggi Ispra ndr.).
Bartolini invita quindi Errani e il presidente della Provincia Bulbi a non istituire le 11 oasi prima di un confronto democratico con le popolazioni e le categorie interessate e, nel frattempo, minaccia di organizzare d’intesa con i cinghialai assemblee in tutti i comuni interessati e anche di ricorre al Tar.
Oscar Bandini
Fonte: Il Resto del Carlino