Conoscere i luoghi e le imbarcazioni tipiche delle valli del Comacchio è di fondamentale importanza per chiunque voglia inaugurare una attività venatoria di questo tipo, interessante per tutti i cacciatori curiosi, che sono alla costante ricerca di qualcosa di nuovo. E’ un’esperienza che non ha davvero paragoni, quella regalata dalla caccia nelle valli del Comacchio agli acquatici. I motivi sono principalmente due: la pace e la tranquillità di morbide barche che scivolano sul pelo dell’acqua silenziose, quasi che immergessero nel sogno il cacciatore, e gli antichi strumenti e tecniche di caccia utilizzati ancora oggi, che sono un suggestivo richiamo al passato.
Il funzionamento delle lagune specialmente è interessante, e ogni cacciatore che si voglia avvicinare a questa particolare tipologia di attività venatoria, dovrà conoscerlo alla perfezione.
I luoghi Le lagune prima di tutto, sono un ambiente delicato, fragile, armonioso e rigenerante. Si tratta grosso modo di bacini costieri, all’interno dei quali durante l’alta marea entra liberamente l’acqua del mare, che fuoriesce altrettanto naturalmente durante la bassa marea. Le valli invece sono delle aree di acqua salata delimitate da argini e canali di creazione umana, attraverso i quali, in momenti di necessità viene immessa, all’interno delle lagune, una certa quantità d’acqua salmastra e dolce, l’una proveniente dall’adriatico, l’altra dal fiume Reno.
Le valli un tempo molto più ampie, si estendevano per un totale di 40.000 ettari. Dopo una lunga bonifica, terminata nel 1966 lo spazio dedicato a questi lunghi cordoni dal fondale non più alto di due metri, è stato notevolmente limitato e ad oggi sono rimasti circa 11.000 ettari di valli la cui acqua risulta molto più salata di quella marina, in quanto particolarmente concentrata. La zona è tutta circondata da un meraviglioso complesso vallivo. Incantevole la valle di Fattibello, oggi oasi protetta, il Campo, Fossa di Porto e Vacca. Le ultime due sono separate dal restante complesso vallivo dalla penisola di Boscoforte, una striscia di terra ampia 200 ettari, incantevole rifugio per diverse specie di anatre. Solo nel 2008 la zona è stata riaperta alla caccia, riacquisendo il suo solito e gradevole carattere. Ottimo luogo nel quale i palmipedi sono soliti svernare è rappresentato dalle Saline di Comacchio, che chiusero l’attività nel 1980 e ad oggi sono habitat confortevole per diversi acquatici che occupano interamente un territorio ampio 510 ettari. L’Oasi di Fossa di Porto è invece dimora prediletta dei Germani Reali, che occupano circa 170 ettari di fitti canneti, abbracciati da una fitta vegetazione che rende il luogo ancor più suggestivo. Ad oggi questo habitat è l’unico esemplare di quel che resta della un tempo ben più ampia Valle Zavelea. Altra zona di cui almeno dobbiamo accennare è la Valle Bertuzzi, ampia 2000 ettari, territorio rimasto grosso modo inalterato, occupato da macchie boschive di lecci intervallati da ampie distese d’acqua bassa e limpida, ricca di una meravigliosa vegetazione marina. La zona è casa di una gran quantità di anatre, tra cui ricordiamo i moriglioni, ben frequentata da cacciatori professionisti.
Le imbarcazioni Sono diverse e ciascuna con le proprie particolari funzionalità. Quel che sorprende è scoprire che a tutt’oggi queste imbarcazioni tradizionali godono di ottima salute e vengono utilizzate quotidianamente. Il velocipio meglio noto come el vulicèpi è un’imbarcazione lagunare particolarmente veloce, che viene condotta con una tecnica di voga particolare ed impegnativa, detta alla vallesana. I due rematori in piedi spingono con i remi incrociati il battello che riesce a consumare un chilometro d’acqua in soli quattro minuti. Usata un tempo dai pescatori di frodo e guardiani vallivi oggi è simbolo della località. E’ lunga non più di otto metri e larga circa 46 – 47 cm, e si dimostra capace di ospitare circa tre persone. La particolarità di questa imbarcazione è la totale assenza di chiglia che la rende mezzo poco sicuro per tutti i cacciatori dotati di poco equilibrio. Il velocipino o vulicipien è invece più piccola del velocipio, può essere usata durante tutto l’anno e viste le sue dimensioni, particolarmente ridotte, è capace di ospitare solamente una persona. Il fondo piatto la rende ideale per il fondali bassi e incostanti. Inoltre ricordiamo le beterine che sostituiscono il velocipino quando iniziano i primi soffi di fredda tramontana. Si tratta di una barca più sicura, anche per via delle dimensioni: lunga 6 metri e larga 60 cm. Infine non da meno il mamalucco noto come el memeluch, classica imbarcazione adibita alla caccia ideale per raggiungere qualsiasi luogo presente nella valle. Ben si presta a nascondersi sott’acqua e facilmente il cacciatore potrà riportarla a galla. È lunga al massimo 5,5 metri e larga 80 cm. Queste meravigliose imbarcazioni, che hanno fatto la storia delle valli di Comacchio, ogni anno andranno riverniciate, e resinate nei punti più indeboliti e accompagneranno il cacciatore durante un’altra stagione venatoria ricca e soddisfacente.
Giornalista e fondatore di Caccia Passione. Correva l'anno 2002 quando diedi vita al portale internet, mettendo a frutto tre grandi passioni, quella in lettere moderne, l'altra per l'informatica e altresì per l'attività venatoria. Negli anni Caccia Passione è divenuto testata giornalistica ove oggi scrivono le migliori "Penne" giornalistiche d'Italia.
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