Prende ufficialmente il via il 17 settembre la stagione venatoria 2023-2024 nel territorio del Lazio, la cui durata si estenderà fino al 31 gennaio dell’anno successivo. Grazie al decreto emanato dal presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, è stato possibile approvare il calendario venatorio e stabilire il numero massimo di capi che ogni cacciatore potrà abbattere durante la stagione. Tuttavia, per quanto riguarda i cinghiali, si dovrà attendere un ulteriore decreto specifico.
Il numero di capi che si possono cacciare
Per la stagione venatoria 2023-2024, è stato stabilito un limite massimo di capi abbattibili per ogni specie. Ogni cacciatore potrà abbattere non più di cinque capi di lepre europea e starna, non più di dieci capi di moriglione, non più di quindici capi di fagiano e tortora, non più di venti capi di beccaccia, non più di venticinque capi per beccaccino, canapiglia, codone, frullino, marzaiola, mestolone e quaglia, e non più di cinquanta capi di allodola. Per poter esercitare la caccia, tutti i cacciatori dovranno essere muniti del tesserino venatorio, valido su tutto il territorio nazionale. Per il prelievo di selezione, sarà necessario ottenere uno specifico tesserino.
Caccia nel Lazio: tutte le date specie per specie
Durante la stagione venatoria, sarà consentito praticare la caccia per tre giorni alla settimana, a scelta del titolare della licenza, tra lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. Di seguito, elenchiamo le date di caccia per le diverse specie selvatiche:
– Dal 17 settembre 2023 al 30 settembre 2023: si potranno cacciare la tortora (prelievo consentito solo ai cacciatori autorizzati) e la quaglia.
– Dal 17 settembre 2023 al 10 dicembre 2023: sarà aperta la caccia alla lepre europea.
– Dal 17 settembre 2023 al 31 dicembre 2023: saranno cacciabili il coniglio selvatico, il fagiano e il merlo.
– Dal 17 settembre 2023 al 15 gennaio 2024: sarà possibile cacciare la cornacchia grigia e la gazza.
– Dal 17 settembre 2023 al 31 gennaio 2024: saranno cacciabili l’alzavola, il beccaccino, la canapiglia, il codone, il fischione, la folaga, il frullino, la gallinella d’acqua, il germano reale, la marzaiola, il mestolone, il moriglione (solo ai cacciatori autorizzati), il porciglione e la volpe.
– Dal 1 ottobre 2023 al 31 dicembre 2023: sarà consentita la caccia all’allodola.
– Dal 1 ottobre 2023 al 20 gennaio 2024: sarà aperta la caccia alla beccaccia.
– Dal 1 ottobre 2023 al 31 gennaio 2024: saranno cacciabili le seguenti specie: cesena, colombaccio, ghiandaia, tordo bottaccio e tordo sassello.
– Dal 1 ottobre 2023 al 30 novembre 2023: sarà possibile cacciare la starna.
– Dal 1 novembre 2023 al 31 gennaio 2024: si potrà cacciare il cinghiale, con le modalità e il numero di capi comunicati successivamente dalla regione Lazio.
Moriglioni e tortore
Per quanto riguarda la specie moriglione (Aythya ferina), è stato stabilito un limite complessivo di 834 capi abbattibili su tutto il territorio regionale durante la stagione venatoria 2023-2024. La caccia al moriglione sarà consentita solo ai cacciatori che avranno presentato apposita richiesta all’ATC di competenza e ottenuto l’assegnazione del numero massimo di capi abbattibili. Per la specie tortora, invece, il limite di carniere regionale complessivo per l’intera stagione venatoria 2023-2024 sarà di 5.534 capi, compresa l’eventuale preapertura che verrà stabilita con un successivo decreto.
Con un ulteriore provvedimento, è stato stabilito che dal 1 al 10 febbraio 2024, sarà possibile praticare la caccia alle specie colombaccio e ghiandaia. Inoltre, verranno regolamentate le modalità di esercizio venatorio per il versante laziale del Parco Nazionale Abruzzo Lazio Molise e per l’Isola di Ponza.
Il commento della regione
L’assessore all’agricoltura, Giancarlo Righini, e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Enrico Tiero, hanno sottolineato che il calendario venatorio è stato stilato dopo un proficuo lavoro di concertazione con il comitato faunistico venatorio regionale e il parere dell’Ispra. Sono soddisfatti del risultato raggiunto, poiché gran parte delle richieste delle associazioni interessate sono state assecondate. L’obiettivo è salvaguardare le peculiarità dei cacciatori e delle loro comunità rurali, particolarmente colpite dal proliferare dei cinghiali che causano ingenti danni all’agricoltura e incidenti pericolosi sulle strade. Il decreto approvato rappresenta un cambio di marcia importante nei metodi e nelle decisioni prese. L’amministrazione Rocca si dimostra vicina alle istanze del mondo venatorio e alle esigenze dei territori coinvolti.