Caccia di Selezione: Scaltro ed imprevedibile, il muflone è uno dei selvatici più robusti e resistenti del nostro paese, per il quale è necessario conoscere alla perfezione le sue abitudini alimentari, il suo comportamento, le modalità di caccia, le armi e le munizioni più idonee per insediarlo.
Il muflone, il cui nome scientifico è Ovis musimon, è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Bovidi. Diffuso sulle isole mediterranee di Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi, il muflone non è una specie autoctona di queste aree geografiche, bensì si pensa sia stato introdotto dall’uomo, poiché non sono stati ritrovati reperti fossili che comprovassero la sua esistenza di nessuna epoca storica. Si tratta di un selvatico molto simile ad una pecora di medie dimensioni, il quale presenta un corpo massiccio e compatto inscritto nel “quadrato”. L’altezza al garrese è di 90 centimetri, con un peso di 50 chili circa e 130 centimetri di lunghezza totale. Il manto è marrone bruno tendente al rossiccio e come quasi tutti gli ungulati, va in muta due volte l’anno, in primavera e in autunno. Durante il periodo invernale, gli esemplari maschi hanno il collo ornato da una folta e lunga criniera di peli tendenti al nero, la quale è “unita” alla sella dorsale bianca, caratterizzando così gli esemplari “puri” di età superiore ai tre anni.
Il muflone viene considerato una preda piuttosto ostica per cacciatori, poiché è un animale molto scaltro ed imprevedibile, essendosi guadagnato un posto di tutto rispetto nella sezione selvaggina nobile. Per questo motivo è una delle prede più ambite anche nei paesi dove è stato introdotto “artificialmente” dall’uomo. Nel nostro paese, il muflone è stato introdotto negli anni sessanta sia sull’arco Alpino, sia sull’Appennino, diffondendosi anche nelle isole di Montecristo, del Giglio e dell’Elba. Allo stato attuale, molte riserve di caccia di tutta Italia contano una discreta presenza di mufloni, sempre regolamentata e controllata dalla caccia o dalle catture.
In alcune zone di montagna, è stato riscontrato che il muflone sia entrato in competizione alimentare e territoriale con il camoscio, generando un certo disequilibrio dell’ecosistema, per la cui soluzione è stata praticata la caccia di selezione. Questo selvatico ha dimostrato un ottimo spirito di adattamento, al punto che riesce a vivere tranquillamente anche in alta montagna, dove la sua pelliccia lo protegge dalle basse temperature e la sua tenacia gli consente di sopravvivere anche con la neve e carenza di cibo. I mufloni tendono a vivere in grossi branchi composti da più di cinquanta esemplari; non hanno abitudini notturne ed iniziano il loro cammino alla ricerca di cibo all’alba per poi fermarsi a notte fonda. Durante le ore più calde della giornata, i mufloni entrano nel bosco alla ricerca di un po’ di fresco, senza però allontanarsi troppo dai loro territori abituali. Molto curioso è il modo in cui si muove il branco: sempre in fila indiana e spostandosi molto lentamente. Alla testa della fila c’è generalmente un esemplare femmina anziana, ma il capo branco è sempre un maschio dominante, il quale segue a distanza il branco arrivando sul luogo di pastura per ultimo, al fine di controllare che non ci siano pericoli o ritardatari. Questo comportamento è da tenere in considerazione quando si va a caccia di mufloni, poiché è il capo branco l’esemplare migliore, quindi occorre aspettare il suo arrivo. La resistenza ai colpi di carabina del muflone è proverbiale, al punto che alcuni esemplari particolarmente forti riescono a percorrere oltre cinquanta metri dopo essere stati colpiti con un calibro medio. Mentre in Europa è possibile cacciare questo animale già dal primo di agosto, in Italia l’apertura avviene generalmente il primo di ottobre. Nel periodo invernale, infatti, le femmine hanno tutte partorito i cuccioli, mentre i maschi hanno completato la muta. La caccia al muflone può essere praticata in tre modalità: all’aspetto, alla cerca e in girata, quest’ultima chiamata anche “guidata”.
Iniziamo le descrizioni di queste modalità partendo dall’ultima. La girata è una battuta molto tranquilla, silenziosa e senza l’ausilio dei cani, la quale si pratica nelle zone dove la vegetazione è molto fitta, come la macchia mediterranea. Esistono due ruoli: il cacciatore ed il battitore. Il primo si deve posizionare in prossimità dei sentieri abitualmente percorsi dal gregge di mufloni, preferibilmente su un’altana o un palco sopraelevato. I battitori, invece, devono spingere con “delicatezza” la mandria verso le poste, ossia ad una andatura che consenta un tiro preciso.
La modalità all’aspetto deve avvenire all’alba o al tramonto, momento della giornata in cui si incrociano più sentieri di transito. La modalità di caccia alla cerca in ambiente montano, invece, è simile alla caccia al camoscio, ma, a differenza di quest’ultima, il muflone risulta più sospettoso ed ha una vista molto più acuta. Se i mufloni si trovano in spazi aperti, per abbatterli occorre sparare con estrema precisione a lunga distanza, mentre se la cerca si svolge in collina, nell’alto fusto o nella macchia mediterranea, il tiro sarà compreso tra i cento/centocinquanta metri.
Iniziamo ora a descrivere le armi ed i calibri più idonei alla caccia al muflone.
Secondo molti cacciatori esperti, in alta montagna l’arma migliore è la carabina Bolt Action ad otturatore, provvista di una buona ottica a 6 o ad un massimo di 8 ingrandimenti con reticolo numero 4 ,4A o 8. La carabina di questo tipo consente un veloce secondo colpo, nel caso in cui la preda sia stata centrata in una parte non letale. Oltre alla classica “Bolt”, si possono considerare altrettanto validi anche gli Express e le carabine semiautomatiche.
Giudiuzi molto positivi sono stati dati alle Browning Bar, le Remington 7400, le Heckler & Koch e le Voere 2185.
Per quanto riguardala scelta del calibro, quest’ultimo dovrebbe partire dal 6,5mm fino all’8mm.
Tutta la gamma dei calibri 6,5, dal 6,5 X 55 Sweeden al 6,5 X 68 Shuler è molto valida, impiegando palle da 125-140 grani di media robustezza come le Nosler Partition, le RWS KS e le Hirtenberger ABC. Il 270 Winchester con palle da 130 grani, Barnes-X,Sierra, Hornady, Speer e Norma Soft Point è risultato altrettanto efficiente. I 7 millimetri, dal 7.08 fino al 7mm Remington Magnum con palle di peso non superiore ai 160 grani, sono particolarmente indicati per capi più grossi e resistenti. Per i calibri 7,62 si possono prendere in considerazione il 308 W. e il 30.06 Spring. con palle da 150 – 165 grani di ottima fattura, come le TIG, Le Speer Grand Slam e le Teilmantel Spitzer. La categoria degli 8 millimetri prevede l’uso dell’8 x 57 JS-JRS.
A prescindere dal calibro che si usa, molti cacciatori sono concordi nel preferire una palla che trapassi il muflone, per una maggiore certezza nell’abbattimento. La caccia al muflone è tanto affascinante, quanto ostica in tutte e tre le modalità per predarlo, poiché stiamo parlando di uno dei selvatici più robusti e resistenti del nostro paese. A coloro che desiderano cimentarsi in questo tipo di caccia, consigliamo di affidarsi sempre a cacciatori esperti che conoscano bene sia l’animale che il territorio.
In bocca al lupo!!