Arcicaccia Toscana: “E’ inaccettabile utilizzare il tema della sicurezza a caccia per riproporre l’abrogazione dell’art. 842 del C.C.”
Con queste parole Massimo Logi Presidente di Arci Caccia Toscana, risponde con fermezza e disappunto alla dichiarazione di Marta Gazzarri, Capogruppo IdV in Consiglio Regionale. Nella dichiarazione dell’esponente politico, infatti, si richiama la necessità di porre mano all’abrogazione dell’art.842 del C.C. per tutelare coloro che svolgono attività all’aria aperta nel periodo di caccia.
Utilizzare un fatto grave e doloroso, come quello avvenuto in provincia di Arezzo, che ha portato alla morte un cercatore di funghi a seguito di un colpo di fucile sparato da un cacciatore per riproporre la necessità di impedire il libero accesso ai fondi agricoli da parte dei cacciatori garantito attualmente dall’art.842 del cc, non è accettabile.
Queste proposte, dal sapore demagogico e strumentale, portano al solo obiettivo di imporre, anche nel nostro paese, una caccia basata su elementi di sfruttamento economico della risorsa faunistica, che niente hanno a che vedere con la necessità di fare di più e meglio, di quanto abbiamo fatto sino ad oggi, per garantire la massima sicurezza nello svolgimento dell’attività venatoria.
La nostra legislazione nazionale e regionale contempla una serie di regole da osservare e, per diventare cacciatori, occorre sostenere un esame di abilitazione venatoria estremamente selettivo. Alcuni passi in avanti sono stati fatti anche con la recente legge Regionale Toscana sulla caccia rendendo obbligatori indumenti ad alta visibilità; altri li potremo fare in direzione di un rafforzamento della formazione e dell’aggiornamento del cacciatore, uniti ad una maggiore informazione e sensibilizzazione su questo importante tema.
La cosa che però lascia veramente amareggiati è vedere, come da qualche tempo, sia alcuni esponenti dell’attuale Governo come il Ministro Brambilla che altri dell’opposizione come l’IdV (sino ad ieri apertamente schierati a favore della caccia) si ritrovino uniti in una proposta bipartisan, che punta a sovvertire le regole di accesso ai fondi, non per estendere il diritto di accesso anche agli altri cittadini (vedi cercatori di funghi tartufai etc) ma per impedirlo a chi già lo ha.
Una caccia regolata solo dai soldi. non rispettosa della risorsa naturale e completamente avulsa da logiche di conservazione e di buona gestione del territorio, farebbe forse felice qualche animalista e qualche operatore privato, ma purtroppo non impedirebbe, o eviterebbe, il ripetersi di simili eventi magari legati alla responsabilità individuale. Generalizzare e criminalizzare non serve a nessuno.
Non serve neppure ostentare il numero degli incidenti (molto spesso falsato) per dimostrare che la caccia è una passione pericolosa. Potremmo fare un lungo elenco di attività sportive e ludiche che purtroppo la superano in questa fosca statistica ma, francamente, non ci pare un terreno da condividere con quanti vorrebbero oggi trascinarci in uno scontro asfittico ed inutile.
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