Caccia nelle Marche: la Regione fa sapere che la caccia al cinghiale in braccata può essere praticata sul territorio regionale.
“La caccia al cinghiale in braccata può essere effettuata nelle Marche”. Lo conferma l’assessore regionale Paolo Eusebi, dopo le notizie apparse sulla stampa relative a una bocciatura da parte del Tar e commenta “La lettura di alcuni articoli apparsi oggi sulla stampa ci obbliga a una doverosa precisazione rispetto alle affermazioni sulla caccia al cinghiale in braccata nelle Marche e alla recente Ordinanza del Tribunale amministrativo”.
Proseguendo Eusebi ha spiegato, “Prima di tutto è necessario chiarire che il ricorso presentato dalla Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) si riferisce al calendario venatorio del 9 luglio 2012. Successivamente la Regione Marche (con deliberazione di Giunta dell’ 08.10.2012) ha confermato il periodo di caccia al cinghiale dal 21 ottobre 2012 al 20 gennaio 2013 che, da regolamento, potrà svolgersi in tutte le sue forme, compresa quella della braccata, avendo acquisito, tra l’altro, il parere favorevole sia dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che dell’Osservatorio Faunistico Regionale. Quindi la notizia che nelle Marche non potranno più essere effettuate le braccate non corrisponde a verità”.
Inoltra l’assessore, ribadisce “la fermezza dell’Assessorato regionale rispetto alla gestione delle popolazioni di cinghiale che, per le dimensioni che il problema ha assunto rispetto al governo del territorio, non può essere limitato nel tempo e nelle modalità come sostiene la LAC ma, piuttosto, deve attivare fin da subito tutte le forme di caccia come la girata e la selezione che, oltre alla braccata, possano assicurare tutto l’anno una gestione e un prelievo più diretti ed efficaci, come per altro sostenuto e promosso anche dall’ISPRA”.
Infine l’assessore Eusebi ha concluso “Pertanto ci auguriamo che ognuno partecipi, per il suo ruolo e senza anacronistiche strumentalizzazioni, al governo di un problema che incide in modo considerevole sull’ambiente naturale, sulle vite dei nostri imprenditori agricoli, sulle tasche dei cittadini tutti e che, quindi, non più tradursi in sterili contrapposizioni tra alcune categorie”.
Regione Marche
16 ottobre 2012