Questa stagione venatoria sembra proprio segnata da ricorsi al TAR sui vari Calendari Venatori da parte delle associazioni ambientaliste che sono notoriamente contro la caccia.
Il più delle volte questi ricorsi vengono temporaneamente accolti per poi essere respinti in sede di giudizio di merito; il problema però è che nel frattempo si perdono mesi e interi periodi di caccia: probabilmente gli animalisti lo sanno e il vero scopo potrebbe essere proprio questo.
Questa volta però la faccenda si fa più lunga ed è toccato alle provincie di Pesaro, Urbino e Macerata in cui TAR ha sospeso la caccia al capriolo e al daino accogliendo il ricorso presentato dalla Lega per l’abolizione della caccia inerente l’assenza del parere dell’ISPRA sul Calendario Venatorio.
Il TAR delle Marche ha così emesso l’11 Novembre scorso l’ordinanza n. 835 con la quale ha imposto la sospensione fino al mese di gennaio 2013 della caccia di selezione alle specie capriolo e daino precedentemente autorizzata dalla delibera regionale dell’8 agosto 2011 per la corrente stagione venatoria.
Per ora quindi il TAR ha accolto il ricorso della LAC avverso la delibera regionale motivato con una presunta illegittimità della stessa in quanto, la Provincia di Macerata aveva autorizzato il prelievo venatorio di daini e caprioli nonostante l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente avesse espresso parere negativo in merito; nel caso invece della provincia di Pesaro e Urbino non era stato nemmeno chiesto il parere dell’ISPRA.
Nella sola provincia di Pesaro e Urbino e stato fissato un limite massimo di capi da abbattere nell’ambito della caccia di selezione secondo il piano di abbattimento per la corrente stagione venatoria che ammonta a 1660 caprioli e 150 daini.
Secondo il calendario venatorio i periodi per la caccia di selezione ai cervidi sono fissati dal 15 agosto al 31 ottobre e dal 1 gennaio al 15 marzo, l’assessore provinciale alla caccia, Massimo Galuzzi, ha così commentato la questione “Approfittando della finestra di chiusura fino a gennaio vediamo se c’è la possibilità di sanare la questione. Secondo noi il parere all’ISPRA lo deve chiedere la Regione, che sostiene invece di averlo chiesto per l’intero calendario venatorio”.