Caccia: Marche, il consigliere regionale Cardogna propone un referendum per abolire la caccia nella regione, “E’ solo un’attività ludica, non è assolutamente vero che si tratta di un importante elemento di gestione faunistica”.
“I danni causati all’agricoltura nella nostra regione hanno raggiunto dimensioni intollerabili, si parla di alcuni milioni di euro, mentre altri 2 milioni di euro sono necessari per i danni derivanti dagli incidenti stradali. In un panorama di questo tipo – prosegue Cardogna – anche un Verde pensa che la caccia sia necessaria per ridurre il numero di cinghiali, e invece Giunta e Assessore cosa fanno? Su sollecitazione della lobby, delle squadre di cinghialai rinviano l’apertura della caccia al cinghiale! Non si riesce proprio a comprendere la logica di questa scelta, in particolare se si pensa che nella nostra regione non viene vietata la caccia a specie sull’orlo dell’estinzione, come la coturnice”.
“Il vero motivo del rinvio è dovuto al fatto che i cinghialai prima devono dedicarsi alla caccia delle altre specie e la contemporanea caccia al cinghiale sarebbe d’intralcio, quindi il rinvio consente loro di dedicarsi prima alla fucilazione della fauna stanziale, poi dei colombacci e solo dopo dei cinghiali, che però nel frattempo hanno distrutto i raccolti e causato gli incidenti stradali. Dove finiscono i diritti dei cittadini e degli agricoltori? Dentro le bisacce dei cacciatori”.
“Dopo innumerevoli tentativi fatti in questi anni dai Verdi in Regione per tentare di far evolvere l’attività venatoria nelle Marche bocciati nelle Commissioni o in Assemblea, vista questa ennesima prova di ottusità della politica, i Verdi si vedono costretti ad intraprendere una battaglia per l’abolizione della caccia. Una volta abolita, il problema del controllo numerico delle specie in esubero potrà essere gestito dalle Province e dal Corpo Forestale dello Stato”.
8 ottobre 2013
Fonte: VivereSanBenedetto