I cacciatori maltesi e la società civile, sabato 11 aprile, hanno scritto una pagina di storia del proprio paese.
Con Il 51% dei votanti hanno respinto al mittente il referendum che voleva abolire la caccia primaverile a Malta. Senza voler entrare troppo nel merito relativamente al quesito referendario: la caccia primaverile, che in ogni caso assicuriamo viene eseguita seconto rigidissimi protocolli scientifici e nel rispetto di tutte le regole legali e conservazionistiche, così come stabilito dalla speciale deroga dell’Unione Europea che finora l’ha consentita.
È stata una vittoria fondamentale del principio, secondo il quale si può vincere insieme ai non cacciatori spiegando le prorpie ragioni. La campagna referendaria è stata durissima ma, i cacciatori maltesi, sono riusciti a far capire alle donne gli uomini dell’arcipelago del piccolo stato che la caccia non è quella pratica barbara raccontata dagli animalisti e pseudo ecologisti. La lobby anticaccia aveva dalla sua parte la maggior parte delle stampa, ma i cacciatori ed i loro rappresentanti hanno scelto una strategia diversa. Sono andati in mezzo alla gente, a spiegare in comizi, al bar oppure porta a porta quando è stato necessario le proprie tesi senza le falsità demagogiche degli avversari. Così come spesso avviene quando l’informazione è corretta e libera la gente ha potuto scegliere. Ed ha scelto di dire No agli anticaccia.
Federico Cusimano.