Caccia in Lombardia. “Abbiamo scelto di ricorrere in giudizio contro la decisione del Governo di anticipare d’ufficio la chiusura del calendario venatorio di dieci giorni per quanto riguarda la caccia alla cesena; questione molto dibattuta, che ha imposto una seria riflessione su quali fossero le modalità e le tempistiche in virtù delle quali si violavano le prerogative regionali”.
Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, in merito alla decisione di Regione Lombardia di opporre ricorso al provvedimento governativo del 15 gennaio scorso, con cui il Consiglio dei Ministri deliberava la modifica del calendario venatorio di sei regioni, tra cui la Lombardia; regioni che non avevano ottemperato alla diffida a modificare il proprio calendario venatorio nei 15 giorni successivi alla notifica della diffida stessa, anticipando al 20 gennaio 2016, anziché al 31 gennaio come previsto dal calendario lombardo, la chiusura della caccia alla cesena.
Regione Lombardia non ha ottemperato alla diffida, ritenendo che il termine di chiusura della caccia alla cesena al 31 gennaio sia in linea con quanto indicato nella ‘Guida per la stesura dei calendari venatori, ai sensi della legge 157/92, modificata dalla legge comunitaria 2009, art. 42’ redatta da Ispra e che pertanto le motivazioni alla base della deliberazione governativa non siano fondate.
NESSUN DISIMPEGNO – “Contrariamente alla ridda di voci che davano per certo un disimpegno di Regione Lombardia in tal senso – ha commentato Fava – abbiamo deciso di percorrere la via del ricorso giurisdizionale per garantire, per i prossimi calendari venatori, il rispetto delle nostre prerogative e della nostra legge regionale.
Tengo a ribadire, peraltro, che la nostra iniziativa è dissimile da quella di altre Regioni: mentre alcune hanno apposto un ricorso al Tar su una questione che verteva attorno all’annullamento di una delibera, nel nostro caso si violano le prerogative di Regione Lombardia, non ritenendo valido il ricorso della stessa a una legge regionale, che non è mai stata annullata finora”.
TENIAMO DURO SULLE CONQUISTE FATTE – “Noi manteniamo l’impegno preso con i nostri cacciatori, almeno la parte più ‘seria’ – ha proseguito l’assessore – che ci chiedeva di ‘tenere duro’ sulle conquiste degli ultimi anni che hanno permesso di mantenere determinate modalità di caccia, nonostante la sempre crescente pressione da parte del Governo centrale”.
“Una sorta di persecuzione – ha aggiunto Fava – che si trasforma quasi sempre in atti ostili da parte di Ispra sul tema. Ne prendiamo atto; sarebbe stato più utile, anche da parte del mondo venatorio e delle sue organizzazioni, che ci fosse stato un univoco consenso attorno alla nostra posizione. Cosa che non registro, stante il fatto che qualcuno ha scelto di fare speculazioni politiche sicuramente non a favore della categoria”.
( 10 marzo 2016 )
Regione Lombardia