Caccia: Lombardia, il Dipartimento per le Politiche Comunitarie ha respinto la proposta dell’assessore regionale Gianni Fava sul prelievo venatorio in deroga.
“Prendiamo atto che la risposta del Dipartimento per le Politiche Comunitarie è un secco ‘no’ alle richieste di Regione Lombardia e dei cacciatori lombardi”. Commenta così l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava il parere negativo del Dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri alla richiesta, formulata dallo stesso Fava, in merito all’esercizio della caccia in deroga per la stagione 2013/2014. L’assessore, in data 2 agosto, aveva infatti inviato un progetto per la caccia in deroga al Dipartimento per le Politiche europee e alla competente Direzione della Commissione europea.
LE NOVITÀ DELLA PROPOSTA – “La nostra proposta di deliberazione – spiega l’assessore Fava – conteneva importanti innovazioni quali la limitazione della caccia in deroga a tre sole specie (fringuello, peppola e storno); il rafforzamento dei controlli, con la possibilità di cacciare dai soli appostamenti fissi; un calcolo della piccola quantità (previsto dall’art.9, lettera c della direttiva) basato sui più recenti dati a nostra disposizione; un sistema sperimentale di controllo degli abbattimenti, in tempo reale, attraverso tecnologia sms. Purtroppo, nonostante queste innovazioni, a Roma ritengono che l’atto non sia conforme alla ‘Direttiva Uccelli’ e, all’interno del parere, ricordano le pesanti sanzioni pecuniarie a cui andremmo incontro con l’approvazione di un atto non conforme”.
UNA TRADIZIONE DA MANTENERE – L’assessore Fava non intende tuttavia rassegnarsi all’ipotesi che una tradizione, appartenente soprattutto al Nord, possa essere cancellata. “È sbagliato pensare che le risposte negative arrivate dal Ministero per le Politiche comunitarie e dalla Commissione europea (in questo caso la richiesta era stata formulata anche dai consiglieri regionali Rolfi, Parolini, Fermi e Bianchi) siano un punto di arrivo – dichiara -. Da queste risposte dobbiamo ripartire, assieme alle associazioni venatorie che hanno dimostrato spirito collaborativo, con lo scopo di migliorare la nostra proposta, modificare la Legge nazionale 157/92 e, soprattutto, modificare la ‘Direttiva Uccelli’, al fine di riconoscere a queste cacce tradizionali, praticate soprattutto nel Nord, la stessa dignità che hanno altri tipi di caccia”.
“La vera partita per le cacce tradizionali – annuncia Fava – si gioca a livello nazionale e, ancor prima, a livello europeo. Su queste sfide Regione Lombardia è pronta a fare la propria parte”.
5 settembre 2013
Regione Lombardia