Incontro tra consiglieri regionali per approntare una linea comune finalizzata a risolvere finalmente la questione della caccia in deroga.
I consiglieri regionali liguri, Alessio Cavarra, Nino Miceli e Valter Ferrando, insieme ai consiglieri delle Regioni Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Veneto e Piemonte, si sono prefissati l’intento di risolvere la questione della caccia in deroga, affermando che “Per la prima volta si è scelto di lavorare insieme, con un’iniziativa interregionale, finalizzata a risolvere definitivamente, attraverso il confronto con gli organi dell’Unione Europea, del Governo e del Parlamento italiano, l’annosa questione della caccia in deroga”.
Nel corso dell’incontro i consiglieri hanno concordato alcuni punti salienti per la questione tra cui “Ordini del giorno in concomitanza in tutti i Consigli regionali, incontri entro giugno con i parlamentari nazionali (il 20 e 21 giugno a Roma) ed europei di tutte le regioni intervenute” – sono questi i primi punti significativi che i consiglieri hanno concordato nell’incontro di oggi.
Secondo il consigliere Alessio Cavarra, “Non è più possibile procedere senza una piena assunzione di responsabilità in materia di deroghe da parte dei diversi livelli istituzionali. Bisogna evitare che solo le Regioni siano gravate dal compito di agire in merito, con leggi o provvedimenti amministrativi a rischio di impugnazioni e sanzioni; per questo ritengo che non sia più rinviabile da parte del Governo l’emanazione di linee guida omogenee in materia di deroghe”.
Proseguendo ha spiegato il consigliere Cavarra, “E’ necessario aprire un confronto tra Regioni e Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) per definire in modo chiaro le condizioni che consentano il prelievo venatorio in deroga dello storno, ma soprattutto risolvere la singolare mancanza di dati scientifici per la determinazione dei metodi di calcolo delle piccole quantità”.
Infine ha concluso Cavarra, affermando che “occorre un’unanime determinazione del Governo nazionale nei confronti dell’Unione Europea, affinché studi scientifici e volontà politica portino ad una richiesta univoca che superi la contraddizione che caratterizza l’Italia, unico paese mediterraneo dell’Unione nel quale è vietata la caccia allo storno”.