Caccia: Liguria, il nuovo Calendario Venatorio valido per la Stagione 2013-2014 è stato approvato dal Consiglio Regionale ma arrivano già le prime critiche degli ambientalisti.
Il Consiglio regionale della Liguria ha approvato il calendario venatorio 2013-2014 che prevede aumenti di giorni di caccia per alcune specie. In particolare è stata decisa l’aggiunta di due giornate di caccia nei mesi di ottobre e novembre, con il passaggio quindi da tre a cinque giorni, per le specie dei turdidi e dei colombaccio. Mentre per alcune specie di anatidi il calendario fissa un aumento del periodo venatorio fino al 31 gennaio 2014.
“A nome del Gruppo PD, – ha commentato Valter Ferrando – ringrazio l’assessore Briano e tutti coloro che hanno lavorato a questo atto amministrativo, che presenta aspetti decisamente innovativi rispetto ai precedenti calendari. Principalmente ha un’impostazione basata sulla raccolta di dati scientifici, possibile grazie ad uno studio commissionato dalla Regione Liguria all’Università di Genova, che ha analizzato i dati riportati nei tesserini dei cacciatori incrociandoli con quelli dei censimenti sull’avifauna migratrice a disposizione dell’Università”
“Altra novità – ha aggiunto il consigliere PD – riguarda il parere favorevole dell’ISPRA, l’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambiente, che ha condiviso l’aggiunta di due giornate di caccia nei mesi di ottobre e novembre, passando quindi da tre a cinque giorni, per le specie dei turdidi e dei colombaccio. Mentre per alcune specie di anatidi il calendario fissa un aumento del periodo venatorio fino al 31 gennaio 2014.”
Il capogruppo della Lega Nord nel Consiglio regionale della Liguria, Francesco Bruzzone, ha commentato “Il testo è frutto di un lungo lavoro di natura scientifica, giuridica e amministrativa i contenuti rientrano nel quadro normativo europeo, nazionale e regionale. Il parere dell’Ispra ha determinato approfonditi ragionamenti e una quasi totale applicazione dello stesso e solo in alcuni casi il calendario è più restrittivo rispetto a quanto previsto dall’Ispra e quando si discosta è supportato da motivazioni tecnico scientifiche”.
Pesanti critiche al calendario venatorio da parte di numerose associazioni ambientaliste. “Alla faccia della crisi economica – dicono i portavoce liguri di Wwf, Lipu, Italia Nostra, Enpa e Lega abolizione caccia – l’argomento più gettonato del Consiglio Regionale della Liguria (e della propria IV Commissione consiliare “Attività produttive”) rimane ostinatamente quello della caccia, in particolare la sua deregulation. “Il consiglio regionale della Liguria sembra ostaggio dei solito gruppetto di consiglieri regionali con la licenza di caccia, che si vantano dei propri contributi peggiorativi in netto contrasto con i pareri del mondo scientifico”, è il commento delle associazioni liguri Lipu, WWF, Italia Nostra, Enpa, Lega abolizione Caccia.
“Nel proprio parere obbligatorio reso il 22 aprile scorso, l’ISPRA ha già segnalato alla Regione che i periodi di caccia per alcune specie migratrici (tordi, beccaccia) sono eccessivamente dilatati, e che il ricorso nei mesi di ottobre e novembre a deroghe che portino da 3 a 5 il tetto delle giornate di caccia settimanali per sparare ai migratori dagli appostamenti, costituisce una pressione venatoria eccessiva sulla fauna selvatica – scrivono in una nota le associazioni – Cercare di blandire le frange più incallite e minoritarie di sparatori per motivi puramente clientelari , è dunque un vecchio malcostume proprio delle promesse che non si possono mantenere. E’ anche grazie alla politica del raschiare il fondo del barile che i cacciatori liguri si sono ridotti di tre quarti nel giro di 30 anni, arrivando a circa 18.000 in tutta la Regione (dati recenti forniti dalle singole province liguri) , con un depauperamento complessivo del patrimonio faunistico”.
L’anno scorso il TAR, su ricorso di varie associazioni di protezione ambientale, ha sfrondato varie parti del calendario venatorio regionale, per inottemperanza del parere scientifico obbligatorio dell’ISPRA. Proseguendo aggiungono poi gli ambientalisti, “Nel tentativo di arrampicarsi sugli specchi la Giunta Regionale sceglie di stanziare consistenti somme di denaro pubblico per produrre ricerche in campo faunistico/venatorio da usare come motivazione-paravento per i propri atti amministrativi; è il caso della Delibera di Giunta Regionale n. 1654 del 29/12/2011 che ha stanziato circa 158.000 euro per un programma pluriennale di opinabili studi sugli spostamenti del cinghiale (da catturare e munire di radio-collari), nonché per ricerche sulla presenza delle specie cacciabili (o di cui si vorrebbe aprire la caccia) migratorie e svernanti”.
8 maggio 2013