In disaccordo con il parere dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, la Regione Liguria per ha approvato ugualmente una delibera che autorizza la caccia in deroga allo storno per quantità limitate.
Con 26 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astenuti è stata infatti approvata ieri dalla Regione Liguria la delibera riguardante il “Prelievo in deroga delle specie storno (sturnus vulgaris), fringuello (fringilla coelebs) e frosone (coccothraustes coccothraustes) per la stagione venatoria 2011/2012”.
In sede di commissione la proposta di delibera è stata modificata in modo da limitare il prelievo in deroga esclusivamente allo storno fissando inoltre un carniere massimo stagionale di 120mila capi per tutta la regione.
Facendo due conti il carniere massimo giornaliero per ogni cacciatore ammonta a dieci capi, per un totale di 100 capi a stagione; ovviamente ogni cacciatore dovrà obbligatoriamente annotare su un apposito registro il numero di capi abbattuti ed ogni 15 giorni dovrà darne conto comunicando i dati a Provincia e Regione in modo da permettere agli Enti di monitorare in modo preciso l’andamento dei prelievi.
Il monitoraggio ha lo scopo di interrompere anticipatamente la caccia in deroga per lo storno qualora il carniere massimo regionale si avvicini al numero massimo fissato di 120mila capi. La deroga per la caccia allo storno per una quantità limitata risulta possibile, spiegano i consiglieri favorevoli al provvedimento, in quanto secondo gli studi dell’ISPRA e dell’Università degli Studi di Genova la popolazione di storni in Liguria risulta oltremodo numerosa ed in crescita.
Francesco Bruzzone, proponente la delibera, esprime il proprio rammarico per la modifica che a visto eliminare dalla deroga le altre due specie: “Un’altra Regione italiana, il Veneto, ha fatto una delibera analoga, riguardante ben sei specie, e il Tar le ha dato ragione”. Fa sapere inoltre: “Questo provvedimento entra in vigore questa sera stessa. Possono andare a caccia allo storno tutti i cacciatori che ne fanno domanda alla Provincia, la quale appone un timbro e consegna al singolo schede riassuntive da compilare con il numero dei volatili abbattuti”.
Uno degli astenuti, Ezio Chiesa, ha motivato la propria astensione dal voto: “Sono già state impugnate diverse leggi regionali, riguardanti questa materia. Bisogna che il mondo venatorio riesca a concordare con le associazioni ambientaliste e gli agricoltori tutti i passaggi, altrimenti a lungo andare sarà difficile avere leggi per questa attività. Finora si è lavorato sul principio della deroga per la piccola quantità. Io credo sia necessario, invece, lavorare seguendo il criterio dei danni provocati dallo storno e legiferare come hanno fatto altre Regioni, ad esempio la Toscana. Mi auguro che questo atto amministrativo non venga impugnato”.
Favorevole anche Valter Ferrando che spiega: “Questo atto è frutto del lavoro avviato ad inizio legislatura con l’assessorato ad ambiente”. E prosegue: “Lo storno è cacciabile nei Paesi europei. L’attivazione del prelievo in deroga è previsto dalle procedure stesse dell’Unione europea. Abbiamo cercato di attivare la deroga per danno, ma la via non è stata percorribile per una serie di ragioni ed in particolare per le difficoltà degli agricoltori a certificare l’entità del danno. Abbiamo, quindi, attivato un altro criterio, quello della piccola quantità, tenendo conto che uno studio dell’Ispra del febbraio scorso ha testimoniato l’ottima salute della specie. Ed altrettanto viene ribadito da uno studio dell’Università di Genova”.