Caccia in Campania: La Provincia di Salerno ha indetto un bando per l’acquisto di ben 400 lepri sudamericane da immettere nel territorio.
08.03.2011 – Un nostro lettore, Marco F., ci scrive: «Vi porto a conoscenza di cosa accade in Italia sulla Fauna selvatica. La provincia di Salerno ha indetto un bando per l’acquisto di ben 400 lepri dal Sudamerica, con la consulenza di un prof. universitario e con il tacito assenso dell’opinione scientifica.
Tralasciando il discorso sull’irrazionalità dei ripopolamenti di selvaggina pronta caccia, rimangono perplessità sui costi e soprattutto sull’opportunità di avere animali provenienti non da un altro paese, ma addirittura da un altro continente. In un momento in cui vorremmo maggiore attenzione destinare 70.000 euro ad un ripopolamento in un’area delicata e popolata dalla lepre italica non sembra proprio opportuno».
Siamo andati a vedere sul sito della provincia di Salerno ed abbiamo scoperto che non solo è tutto vero ma che ripopolamenti di selvaggina avverranno anche nell’Ambito territoriale di caccia (Atc) della aree contigue al Parco nazione del Cilento e Vallo di Diano, dove l’Atc vuole mediante incentivi, «Centri di produzione e allevamento di selvaggina stanziale, raccogliendo la disponibilità e la collaborazione di azienda agricole comprese nel territorio delle aree contigue e delle aree protette del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. A tale scopo le aziende, in forma individuale, societaria o cooperativa, interessate possono fa
pervenire apposita domanda su carta semplice con dicitura ” Domanda per la costituzione di centri di produzione di selvaggina stanziale” entro il 22 marzo 2011. I soggetti interessati devono allegare alla domanda: La cartografia del sito relativa alla azienda e l’ estensione del terreno che si intende destinato
all’allevamento precisando se la medesimo ricade in zona sottoposta ad eventuali Vincoli (Parco, Zps ed Aree Sic)». Nel modello per la domanda sono specificate le «Specie di selvaggina interessati ad allevare: Lepri, Fagiani, Cinghiali, Starne, Coturnici, Altro» .
Quindi, nelle aree contigue di un Parco nazionale (ed anche all’interno) si alleveranno a scopo venatorio animali come il cinghiale che sono uno dei grandi problemi del parco del Cilento e di molti altri e specie, come il fagiano, che non sembrano rientrare tra la fauna autoctona e per le quali l’articolo 11 della legge 394/91 vieta l’introduzione nelle aree protette.
Il caso segnalato dal lettore rientra nel malcostume italiano di quella che è stata ribattezzata “pronta-caccia” e dei “ripopolamenti” che in realtà sono l’immissione di specie e sottospecie più appetibili per l’attività venatoria di quelle autoctone e che spesso finiscono per soppiantare le nostre, meno prolifiche o semplicemente meno adattabili e competitive, non è solo il caso delle lepri europee (o sudamericane – Lepus europaeus) che hanno sostituito in molte aree la lepre italica (Lepus corsicanus), ma anche delle coturnici orientali che hanno inquinato o spazzato via le pernici rosse, oppure dei cinghiali di origine centroeuropea ormai diventati padroni del territorio italiano, per non parlare delle immissioni di caprioli, mufloni o di altri animali “cacciabili” che hanno pesantemente mutato la fauna e la flora di molte regioni.
L’Atc di Salerno prosegue semplicemente lungo questa strada dell’immissione scriteriata a fini venatori, con il suo bando di gara per la fornitura di «N. 400 (quattrocento) lepri di cattura di provenienza sudamericana» al prezzo più basso «Da liberare, nel mese di Aprile/Maggio 2011, sul territorio di competenza dell’Atc – Ambito Territoriale Caccia Salerno, a fini di ripopolamento faunistico, ed aventi le seguenti caratteristiche: Soggetti di cattura di origine e provenienza estera (provenienti dal Sud America – Argentina), sani adulti, in piena maturità sessuale, fertili, esenti da traumi e da qualsiasi malformazione.
I soggetti dovranno presentare un corpo slanciato, lateralmente compresso, orecchie lunghe, coda di circa di cm. 10 (dieci), arti posteriori più lunghi degli anteriori, superfici palmari e quelle plantari ricoperte da pelo e prive di callosità, dal peso non inferiore a kg. 3,5 e di età non inferiore a mesi 12 (dodici); Il lancio sarà a cura dell’azienda presso i vari siti indicati da responsabili dell’Atc. Importo complessivo a base d’asta euro 70.000,00 (settantamila/00), oltre Iva».
Una mercificazione della fauna ridotta a prodotto che non solo non dà una buona immagine del mondo venatorio, ma dimostra quanto ancora ci sia da fare per la salvaguardia della fauna italiana.
Fonte: Green Reaport