Alla lepre col segugio: racconti di caccia
La caccia alla lepre è una di quelle che ho riscoperto con gli anni. Ricordo che da ragazzo preferivo generi di caccia che richiedevano meno impegno e soprattutto minor grado di pazienza. La lepre invece costringe il cacciatore a meditare, a riflettere, e solo i più esperti e capaci vengono premiati con un bottino mai troppo abbondante, eppure sempre soddisfacente. E’ una sfida, a tutti gli effetti, dell’uomo contro il selvatico particolarmente astuto. Impossibile dedicarcisi senza un segugio. Con gli amici spesso discutiamo sulla tipologia di razza ideale per la caccia alla lepre, eppure io resto sempre della medesima opinione.
Nel caso della lepre non conta la razza del nostro amico a quattro zampe, quanto piuttosto conta la sua resistenza, la sua forza, la sua costanza e specialmente il suo amore per il proprietario. Queste sono tutte doti che ho ritrovato nel mio bastardino, che non si lascia mai scappare una preda.
La lepre per natura è forte, costante e cocciuta, dotata non solo d’intelligenza e furbizia ma anche di resistenza e di pelo particolarmente fitto. Anche le ossa sono molto dure, ecco perché anche se colpita è capace di trascinarsi anche a distanze davvero notevoli, in un luogo isolato. Charlie è testardo quanto le lepri, forse proprio per questo riesce a riportarle sempre indietro, con una soddisfazione negli occhi che sembra possano parlare.
Altro elemento che reputo fondamentale per la caccia alla lepre, oltre un ottimo segugio, è la conoscenza eccellente del territorio di caccia da parte del cacciatore, esattamente come ottima dovrà essere la conoscenza delle abitudini del selvatico. Ci vuole astuzia per battere sul campo una lepre, e farsi trovare nel posto giusto al momento giusto potrà dare un qualche vantaggio al cacciatore.
Quest’inverno, per mettermi alla prova, sono partito con un gruppo di amici alla volta delle colline Tosco Emiliane. Vi assicuro che trovare un’azienda agrituristico venatoria è più semplice di quel che sembri, dato che il territorio è letteralmente costellato di piccole realtà a conduzione familiare che conservano un sapore antico e succulento, familiare ed ospitale. Ti trascinano indietro nel tempo e ti regalano un riposo mentale e un immersione nelle proprie passioni totale! Un’esperienza che davvero consiglio a tutti.
Al nostro arrivo ad attenderci tanto verde e tantissima cortesia insieme ad una struttura elegante, circondata da ettari di incontaminato territorio di caccia. Qualsiasi cacciatore che si rispetti sentirebbe un naturale richiamo all’atavica passione venatoria, eppure abbiamo dovuto aspettare l’alba del giorno seguente. La cena abbondante e gustosa ci ha chiarito immediatamente, se ancora non fosse stato sufficientemente chiaro, che ci trovavamo in un territorio favoloso e generoso, e le belle stanze, i negozietti presenti all’interno della struttura ma soprattutto le attrazioni del dintorno mi hanno fatto pentire di non aver portato con me la mia famiglia.
L’indomani la giornata è iniziata davvero presto, intorno alle sei e mezza eravamo già in moto e subito ci siamo dedicati ad una fruttuosa caccia guidati da Alessandro, un esperto della zona, che ci ha indicato i punti migliori per la caccia alla lepre, difficilmente individuabili in seicento ettari di territorio incontaminato.
Territori e selvatico sono davvero ben gestiti in modo tale che una risorsa tanto importante non si esaurisca mai, e a mezza mattina, a sorpresa abbiamo scoperto che oltre alla caccia alla lepre ci saremmo potuti anche dedicare alla caccia di alcuni volatili e nei periodi giusti ( dal 1 agosto al 15 marzo) anche alla caccia di ungulati. Le zone di caccia si sono dimostrate particolarmente pulite da bossoli e quant’altro e l’avventura è proseguita fino alla tarda mattinata per riprendere poi nel primo pomeriggio. A fine giornata il mio carniere era ricco di pochi capi catturati con soddisfazione ed astuzia. Il premio migliore.
Come in molte altre aziende venatorie della zona, durante la stagione di ferma è possibile frequentare gli sterminati ettari di terreno per l’addestramento del proprio animale, occasione che quest’anno non mi lascerò certo scappare.
Insomma un’esperienza davvero gratificante, che non solo mi ha consentito di saldare maggiormente i rapporti di fiducia con il mio cane e di amicizia con i miei compagni di caccia, ma che mi ha immerso totalmente nel verde smagliante e domato della favolosa Toscana.