L’ENPA chiede al Governo di cancellare la Stagione Venatoria 2012-2013 la cui apertura è imminente in tutte le regioni italiane.
Pur apprezzando la presa di posizione del Ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, riguardo al rinvio dell’imminente Stagione Venatoria a causa della grande siccità e degli incendi che hanno colpito boschi e campagne italiane, l’ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali lo considera “importante ma non sufficiente”.
Infatti secondo l’ENPA l’impegno del Governo dovrebbe essere più deciso e chiede quindi che eserciti sospenda la Stagione Venatoria 2012-2013 esercitando così “pienamente e tempestivamente i suoi poteri per la piena tutela della fauna, in ottemperanza all’articolo 117 della Costituzione”.
L’Ente per la protezione animali sollecita il Governo ad “attivarsi prima della riunione del 5 settembre annunciata dal ministro Catania” in quanto “l’incontro non eviterebbe il massacro delle preaperture in calendario per l’1 e 2 settembre”.
La richiesta dell’ENPA è quindi quella di “cancellare la Stagione Venatoria 2012-2013 con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri”; già nei giorni scorsi la Protezione animali ricorda di aver rivolto in forma scritta la stessa richiesta al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, dal quale però non è mai giunta risposta.
La medesima richiesta è stata rivolta dall’ENPA alle Regioni con l’invito ad applicare “l’articolo 19 della legge nazionale 157/92 che attribuisce anche a loro la facoltà di vietare o di ridurre la caccia per particolari condizioni ambientali, climatiche o per altre calamità”.
Di seguito il comunicato dell’ENPA:
“Importanti ma insufficienti le parole del ministro catania sulla caccia. Il governo cancelli preaperture e stagione venatoria”.
L’Enpa considera importante ma ancora insufficiente la presa di posizione del Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, sul posticipo della stagione venatoria a causa della siccità e degli incendi. La Protezione Animali chiede infatti che il Governo eserciti pienamente e tempestivamente i suoi poteri per la piena tutela della fauna, in ottemperanza all’articolo 117 della Costituzione, che attribuisce allo Stato la potestà esclusiva nei confronti dell’ambiente, degli ecosistemi e, dunque, degli animali selvatici.
La Protezione Animali sollecita il Governo ad attivarsi prima della riunione del 5 settembre annunciata dal Ministro Catania – l’incontro non eviterebbe il massacro delle preaperture, in calendario per l’1 e 2 settembre –, e chiede di cancellare la stagione venatoria 2012/2013 con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. In questo senso, nei giorni scorsi, l’Enpa aveva inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, senza però ricevere risposta.
«Chiediamo con forza al Governo la piena applicazione a livello regionale del parere sull’emergenza siccità e sulla gravissima crisi della fauna espresso dall’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – dichiara l’Enpa –; parere che l’Istituto ha già inviato a tutte le Regioni: questi sono i criteri minimi uniformi di tutela previsti dalla normativa nazionale ed europea».
Se il Governo non agirà immediatamente, con le preaperture di sabato 1 e domenica 2 settembre avverrà un autentico massacro. «Ci risulta infatti – prosegue l’associazione – che moltissimi animali, in Veneto come in Umbria, in Toscana come in Campania, stremati dal caldo e in fuga dagli incendi, si siano raccolti intorno alle poche, rimanenti, pozze d’acqua dove i cacciatori sono già pronti all’appostamento».
Secondo la Protezione Animali, questo disastro dovrebbe spingere le Regioni ad assumersi le proprie responsabilità – come sollecitato dal Ministro Catania – e a diventare meno “doppiette-dipendenti”, aprendo gli occhi sullo sfascio del territorio, devastato da incendi e siccità. «Le Regioni – conclude l’Enpa – applichino finalmente l’articolo 19 della legge nazionale 157/92 che attribuisce anche a loro la facoltà di vietare o di ridurre la caccia per particolari condizioni ambientali, climatiche o per altre calamità. Purtroppo, però, non ci sembra ancora di aver colto segnali positivi in questo senso» (29 agosto)
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha diffidato il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e l’Assessore all’ambiente e agricoltura, Fernanda Cecchini, affinché sia cancellata la stagione venatoria 2012/2013 e venga dato adempimento alla normativa nazionale ed europea in materia di tutela della fauna. Tale provvedimento si rende necessario in considerazione dei gravissimi danni patiti dagli animali selvatici a causa della straordinaria siccità che si protrae ormai da mesi e a causa degli incendi che hanno devastato ingenti aree boschive della regione.
«Siccità e incendi, distruggendo i nostri ecosistemi e le nostre campagne, mettono tuttora a rischio le possibilità di sopravvivenza di moltissime specie selvatiche che vivono sul territorio regionale», spiega Paola Madrigali Tintori, coordinatore Enpa per l’Umbria, che prosegue: «L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), l’unico organismo riconosciuto a livello nazionale ed a livello comunitario dalla Commissione Europea, con un documento trasmesso a tutte le regioni ha accertato la crisi delle popolazioni naturali, conseguenti alla durissima, sollecitando misure stringenti a tutela degli animali, tra cui la previsione di forti limitazioni all’attività venatoria».
Ma alla siccità si è aggiunto l’effetto distruttivo di incendi anche di grandi dimensioni: in tali condizioni, sparare diviene inaccettabile e insostenibile per il patrimonio faunistico.
Sono numerosissime le nidiate di uccelli distrutte dalle gravi calamità e altrettanto numerosi gli esemplari giovani e i cuccioli di mammiferi uccisi dalla sete, dalla fame e dai roghi. Ciò significa che quest’anno non si è verificato quel fisiologico ricambio generazionale che permette la sopravvivenza di molte specie, alcune delle quali particolarmente rare. Gli animali superstiti, costretti alla fuga, si sono concentrati in poche zone; zone ben note ai cacciatori, pronti ad appostarsi per compiere veri massacri.
«Alla presidente Marini e all’Assessore Cecchini, nonché a tutte le forze politiche – aggiunge la Protezione Animali –, chiediamo di applicare quanto previsto dalle normative italiane ed europee e in particolare dalla legge 157/92 che attribuisce anche alle Regioni la facoltà di vietare o ridurre la caccia per particolari condizioni ambientali, climatiche o per altre calamità. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato: secondo quanto stabilito dalla legge 157/92, l’attività venatoria non può contrastare con l’esigenza di conservazione degli animali selvatici».