Caccia: Lazio, il Tar ha deciso di accogliere il ricorso delle associazioni ambientaliste e sospende parzialmente il Calendario Venatorio; sospensione valida solo per alcune specie.
Il Tar del Lazio ha deciso di accogliere il ricorso presentato dagli ambientalisti di Lav, Lac, Wwf, Enpa, Lipu e Legambiente avverso il Calendario Venatorio 2013-2014, sospendendolo in alcune parti. Le motivazioni del ricorso anticaccia riguarderebbe infatti lo scostamento, in alcuni punti, del parere dell’Ispra, l’Istituto superiore della protezione e la ricerca ambientale. L’ordinanza presentata dal Tar del Lazio quindi non dispone l’interruzione dell’attività venatoria, ma determina la sospensione di caccia per alcune specie.
L’effetto dell’Ordinanza del Tar riguarda la posticipazione dell’attività venatoria al 2 ottobre per le seguenti specie: alzavola, beccaccino, canapiglia, codone, fagiano, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, gazza, germano reale, ghiandaia, lepre europea, marzaiola, mestolone, moriglione, pavoncella, porciglione, quaglia. Mentre rimane confermato l’inizio dell’attività venatoria per la data del 2 ottobre, come già previsto dal calendario approvato dalla Regione Lazio per le seguenti specie: beccaccia, cesena, colombaccio, cornacchia grigia, starna, tordo bottaccio, tordo sassello e allodola. Per quest’ultima il carniere complessivo della stagione viene limitato a 50 capi, mentre viene confermato il carniere giornaliero già previsto di 10 capi.
Sempre per effetto dell’ordinanza del Tar, il merlo e la tortora restano cacciabili dal 21 al 30 settembre, esclusivamente nella forma di appostamento fisso con un carniere giornaliero massimo di 5 capi per cacciatore. Inoltre, fino alla data del 2 ottobre, la stagione venatoria resta aperta con le modalità previste dal calendario, relativamente al coniglio selvatico e alla volpe. Per il capriolo, il cervo, il cinghiale, il daino e il muflone, valgono le previsioni già disposte dalla programmazione regionale.
L’ordinanza del Tar è stata immediatamente comunicata alle Province, mentre sin da oggi è possibile consultare dal sito regionale dell’agricoltura www.agricoltura.regione.lazio.it le variazioni alle disposizioni dell’esercizio venatorio. In una nota della Regione si può leggere, “Questo del Lazio segue ai ricorsi già accolti dalla giustizia amministrativa delle regioni come la Campania, la Sardegna, il Piemonte, l’Abruzzo e l’Umbria. Pur ritenendo il calendario venatorio del Lazio il frutto di una sintesi di pareri e richieste espressi dai protagonisti del territorio, dai rappresentanti del mondo venatorio e da quelli delle associazioni ambientaliste, dalle Organizzazioni agricole, non ultimo dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), prendiamo atto di quanto contenuto nell’Ordinanza e procediamo valutando tutte le possibili azioni da intraprendere”.
20 settembre 2013
Regione Lazio