Caccia: Lazio, le Associazioni Venatorie “chiusa la caccia ora la Regione apra la stagione della chiarezza!”.
La Regione, da subito, ha assunto la “sospensiva” senza esprimere la benché minima riflessione critica e così sono state “travolte” numerose “specie selvatiche”. I legislatori hanno finito per attribuire al parere ISPRA valore normativo diretto, il tutto a danno degli agricoltori, dei cittadini e dei cacciatori. Il colpo auto-inferto alla potestà decisoria della Regione è del tutto evidente, e pesanti sono le ombre e i dubbi che avvolgono l’avvio dei lavori 2014 che dovranno portare al prossimo calendario venatorio.
È ragionevole, sulla scorta di quanto è accaduto – o meglio di quanto non si è fatto – fare una riflessione profonda sul “sistema caccia” regionale, per individuare una strategia che ponga su basi più solide ogni decisione, per evitare manipolazioni strumentali ed ideologiche viziate da animalismo antiscientifico, che penalizza i “contribuenti” del “Lazio”. Per quanto ci riguarda abbiamo già da mesi sottoposto alla Regione l’esigenza improrogabile di esaminare talune questioni.
Abbiamo inviato documenti, richieste di incontro motivate. Tutto senza esito!…. Errata percezione della serietà delle questioni poste, superficialità, disattenzione: tante le possibili spiegazioni, ma tutte convergenti a tratteggiare un percorso della Regione che si è limitata, registrata l’emergenza, a “barcamenarsi”, paralizzata dalle ideologie animaliste aggressive degli interessi di tutela del bene comune. Passata la campagna elettorale si è rinunciato ad affrontare problemi che si trascinano da anni dei quali è responsabile consapevole la Regione, resi più acuti dalla crisi nazionale del “sistema caccia”.
Le sottoscritte associazioni le ripropongono in sintesi:
1) Attribuzione di risorse all’osservatorio Faunistico Regionale, per l’urgente individuazione di nuova documentazione scientifica da porre a base dell’imminente calendario venatorio. Si rammenta che giurisprudenza costante, compresa l’”ultima”, stabilisce che è ammesso discostarsi dal parere ISPRA, ma solo sulla base di dati scientifici aggiornati. Sottoporre all’esame della conferenza Stato-Regioni il problema della governance dell’ispra, con la previsione di un nuovo ruolo delle Regioni.
2) Proporre alle Regioni dell’italia Centrale, e comunque alle Regioni con le quali da anni si approva la “reciprocità venatoria” (Toscana, Umbria, Marche) la condivisione dei dati scientifici in possesso ai fini dell’utilizzo degli stessi, per armonizzare i calendari previa una urgente consultazione con l’obiettivo dell’uniformità degli stessi, comprese le cosiddette “preaperture”.
3) Attivare, in Regione, un “tavolo” permanente di confronto e di studio con il mondo venatorio e con gli altri portatori d’interesse (tra i quali ha particolare rilievo la presenza delle organizzazioni imprenditoriali agricole e le stesse Province) con l’obiettivo di valutare le profonde innovazioni che deriveranno dall’approvazione di nuove norme nazionali sulle competenze e i poteri delle Province con il prevedibile impatto che avranno sugli ATC e nelle leggi che si dovranno emanare di modifica del quadro normativo regionale.
4) Proporre la modifica dell’attuale art.18 legge 157/92, da sottoporre all’esame della conferenza Stato-Regioni, in relazione anche all’esigenza di dare certezza di diritto alle competenze delle Regioni in tema di calendario venatorio. Sottolineiamo l’importanza della tempistica in relazione al fatto che il disegno di legge di riordino delle Province è all’esame del Parlamento e sollecitato dal Governo.
5) Piano Faunistico Regionale.
Le Associazioni venatorie chiedono di nuovo, con convinzione, la convocazione di una riunione, all’assessore regionale all’attività venatoria.
Federcaccia, Arci Caccia, Enalcaccia, ANUU, Italcaccia, Liberacaccia, Eps
( 28 febbraio 2014 )