Dopo l’ultimatum all’Italia da parte dell’Unione Europea riguardo ad eventuali sanzioni per le infrazioni sulla Direttiva Uccelli la Regione Lombardia corre ai ripari.
La Commissione Europea ha infatti inviato all’Italia ben tre lettere di messa in mora riguardanti trasgressioni in materia di protezione degli uccelli selvatici pertanto la Regione Lombardia si prepara a fermare le autorizzazioni per la caccia in deroga e per la cattura di uccelli da utilizzare come richiami vivi.
I solleciti europei riguardano sia l’Italia come Stato che le varie Regioni, compresa appunto la Lombardia, per violazioni già rilevate e contestate con sentenze della Corte di Giustizia Europea che però ancora non sarebbero state corrette o, in alcuni casi, sarebbero poi state reiterate.
Alla luce di quanto rilevato l’Unione Europea ha quindi dato il via alla procedura d’infrazione per cui l’Italia e le varie Regioni rischiano di incorrere in pesanti sanzioni equivalenti a forti tagli dei fondi comunitari destinati all’agricoltura.
Il tempo per correre ai ripari è di due mesi, e la Lombardia vuole portarsi avanti fermando la legge che autorizza per la corrente stagione venatoria la caccia in deroga a uccelli di specie protette come gli storni, i fringuelli, le peppole, le pispole e i frosoni.
Questa legge infatti sarebbe stata approvata in contrasto con la Direttiva Uccelli comunitaria in quanto non sarebbe ben motivata e sarebbe carente di fondamenti scientifici nel calcolo della cosiddetta “piccola quantità” di uccelli cacciabili; per gli stessi motivi proprio la Regione Lombardia fu destinataria delle medesime contestazioni della Corte di Giustizia Europea nel 2009.
Considerata la “gravità” della questione, dal punto di vista delle sanzioni economiche, il governatore Roberto Formigoni ha inviato una lettera al presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, con la quale invita tutto il Consiglio ad abrogare sia la legge sulla caccia in deroga che quella relativa alla cattura dei richiami vivi “al fine di evitare il protrarsi di una situazione di infrazione comunitaria” esponendo la Regione a “gravi rischi, incluso il pagamento di sanzioni molto onerose”; proprio la legge riguardante i richiami vivi nei giorni scorsi è stata impugnata dinanzi alla Consulta dal Consiglio dei Ministri.
La Regione proporrà una memoria difensiva ed allo stesso tempo la Commissione Agricoltura discuterà, nella riunione di martedì 6 dicembre, l’eventuale abrogazione delle leggi in questione che però avrebbe comunque effetto a stagione quasi conclusa.