Non potevano mancare i dissensi degli ambientalisti sulle affermazioni fatte, in una trasmissione radiofonica Rai di alcuni giorni fa, dal nuovo Ministro per l’Ambiente, Corrado Clini, in merito alla caccia.
Al neo ministro nel corso della trasmissione “Un giorno da pecora” di Giorgio Lauro e Claudio Sabelli Fioretti, notoriamente contro la caccia, veniva chiesto proprio se fosse a favore o contrario alla caccia.
La risposta del Dottor Clini fu questa: “Non ho posizioni preconcette pro o contro la caccia. Non sono cacciatore ma ho amici che lo sono e credo che i cacciatori rispettosi dell’ambiente siano persone perbene. Lo sono meno, invece, quelli che sparacchiano qua e là senza troppi complimenti”.
Tale affermazione ha portato ad una delle due parti della barricata, cacciatori e associazioni venatorie, un lieve sussulto nello spirito ravvedendo nelle affermazioni del ministro quantomeno una speranza di apertura e rinnovamento per un’attività, con tutto ciò che gira intorno ad essa, tanto ostacolata e bistrattata ormai da tanto tempo tenendo conto delle solo ideleogie.
Agli ambientalisti però, in particolare alla LIPU-BirdLife Italia, le affermazioni del neo Ministro per l’Ambiente non sono moto piaciute e l’immediata risposta è stata: “Il rilancio dell’Italia, oltre che da politiche ambientali realmente sostenibili, passa anche dal rispetto della legalità ambientale e da una natura più tutelata”.
Pur apprezzando, l’associazione ambientalista, una parte delle affermazioni del neo ministro riguardanti la caccia: “Quanto alla questione della caccia, ci fa invece piacere che il ministro accenni ai problemi causati da quei cacciatori che, come lui dice, sparano per sfogarsi e dunque pongono in essere una caccia distruttiva”.
Però precisa il responsabile Rapporti Istituzionali LIPU, Danilo Selvaggi, “Tuttavia è bene che il ministro Clini si documenti approfonditamente sull’entità di questo fenomeno in Italia e sui gravi problemi che provoca, alla natura, all’ambiente, alle persone: gru e aquile abbattute, piccole isole invase dall’illegalità venatoria, morti e feriti anche tra le forze dell’ordine, piombo disperso nell’ambiente, stragi compiute da cacciatori italiani all’estero, concessione continua di deroghe”.
Insomma si continua a rappresentare il mondo della caccia come un branco di assassini senza scrupoli e senza rispetto per la natura come se un cacciatore si ritrovi all’alba a girare per i boschi, le campagne, le colline e le montagne per il solo gusto di sparare colpi di fucile in aria in modo da riempire il più possibile il territorio di piombo e soprattutto per il gusto di uccidere qualsiasi cosa si muova.
Innumerevoli sono i video caccia al cinghiale in cui i cacciatori sparano solo agli esemplari adulti lasciando stare i piccoli o video in cui i cacciatori si vedono passare avanti altre specie di animali, anche più pregiati come caprioli, cervi e daini, lasciandoli passare indisturbati; se il mondo della caccia fosse come dicono loro questo non accadrebbe.
Proseguono poi dalla LIPU con una proposta, “Saremmo lieti di aggiornare il ministro Clini sulle infrazioni comunitarie e le condanne subite dal nostro Paese, o ancora sulla violenza con cui molti cacciatori attaccano l’ISPRA, istituto autorevolissimo che attiene proprio al ministero dell’Ambiente, continuamente insultato ed offeso, al punto che è dovuta intervenire la Commissione europea per prenderne le difese. Così come è opportuno che il ministro sappia di come sono trattati, dagli stessi praticanti dell’attività venatoria, quei cacciatori italiani che quantomeno cercano di promuovere un’attività venatoria meno impattante e più rispettosa delle regole”; come dire “Signor Ministro, lei probabilmente non sa come funzionano le cose, se permette glielo spieghiamo noi…”.
Continuando poi il proprio intervento Selvaggi afferma “E’ necessario anche che venga affrontato con rapidità il tema delle tante specie di uccelli che sono cacciate in periodi vietati o di quelle che dovrebbero essere escluse dalla lista delle specie cacciabili, perché in grande sofferenza. Si tratta, peraltro, di un compito essenziale del ministero dell’Ambiente, che attiene alla salvaguardia della biodiversità e richiede un impegno non differibile”.
Infine Selvaggi conclude con auspicio tutto ambientalista ma fa una sottile differenziazione: ”Insomma il ministro ha certamente molto da fare perché la grave piaga della cattiva caccia italiana sia finalmente sanata e la natura tutelata di più. Noi gli auguriamo un sincero buon lavoro e gli offriamo la nostra piena collaborazione, ma vigileremo attivamente perché il rilancio dell’Italia passi anche da questi aspetti, tutt’altro che secondari e anzi importantissimi per un Paese che vuol dirsi civile”; esiste quindi anche per la LIPU una “buona Caccia” italiana? O il senso è che tutta la Caccia italiana è da considerarsi cattiva?
La stessa LIPU parla di “sanare” quindi nel primo caso si tratterebbe di sanare la cattiva caccia coesistente con la buona caccia come una organo malato dello stesso corpo, mentre nel secondo caso di parla di curare l’intero paziente.
Ovviamente ogni onesto e corretto cacciatore italiano, amante della natura, può concordare esclusivamente con la prima ipotesi visto che già da tempo la grande maggioranza dei cacciatori d’Italia da il proprio contributo per la cura del territorio e la tutela dell’ambiente.
Gli “altri” quelli “cattivi”, sono un’esigua minoranza e hanno poco futuro visto vengono sempre più emarginati dai primi, quelli “buoni”, i quali spesso provvedono ad eliminare o quantomeno a distruggere lacci di cattura, richiami acustici, reti e altri sistemi illeciti per la caccia piazzati da questi criminali.