A seguito di una proposta avanzata dal Ministro dei Rapporti con le Regioni, il Consiglio dei Ministri ha sottoposto la legge regionale sulla caccia della Regione Marche al vaglio della Corte Costituzionale.
Il Ministro proponente ha riscontrato un vizio di legittimità riguardante la legge sulla caccia delle Marche pertanto ha inviato la legge al vaglio preventivo del Consiglio dei Ministri che a sua volta, sussistendone i presupposti, ha inviato la legge all’esame della Corte Costituzionale al fine di accertarne la legittimità.
Una delle principali motivazioni che hanno spinto il Ministro a segnalare l’illegittimità della legge al Governo, e quindi alla Corte Costituzionale, è l’irregolarità nell’avere pianificato un calendario venatorio su base triennale.
Per gli ambientalisti questo non è ammissibile in quanto l’attività venatoria regionale deve essere programmata di anno in anno a seconda delle informazioni relative alla fauna selvatica, che ovviamente possono cambiare di anno in anno.; secondo le associazioni ambientaliste la programmazione del calendario venatorio non deve essere impostata sulle esigenze economiche della Regione. Di sicuro non ogni tre anni come se dovesse trattarsi di una programmazione di natura economica.
Tutta la situazione è stata accolta con grande soddisfazione dalle Associazioni ambientaliste che per prime avevano segnalato la difformità al governo; tra tutte la LAC, Lega per l’Abolizione della Caccia, che ha drasticamente commentato quanto è avvenuto come “il logico epilogo di un atto di pura arroganza e di ignoranza legislativa da parte di una classe politica regionale ormai concentrata solo nella protezione lobbistica dei privilegi acquisiti da una ristretta èlite di cittadini, ovvero i cacciatori”.