Caccia – Milano, 26 settembre. “Alla luce delle prese di posizione presenti e passate ritengo che ISPRA renda pareri palesemente travalicanti i limiti di tecnicità e scientificità, esprimendo considerazioni nettamente più improntate a scelte di tipo politico, che dovrebbero spettare unicamente alle amministrazioni.” Lo ha affermato il consigliere regionale della Lega Floriano Massardi circa l’audizione di ISPRA, tenutasi oggi presso la Commissione Agricoltura del Pirellone, in riferimento ai due progetti di legge presentati dallo stesso Massardi sulla caccia in deroga e sulla riapertura dei roccoli.
“Non ho mancato di sottolineare come l’operato dell’ente – prosegue l’esponente del Carroccio bresciano – sia, a mio avviso, in aperta contraddizione anche con quanto stabilito dalla Corte di Giustizia, che ha affermato come in materia di deroghe alla Direttiva Uccelli si debba tenere conto delle esigenze economiche, ricreative e culturali, aspetto di cui Ispra parrebbe non tener conto in relazione ai progetti di legge presentati da sottoscritto.
Allo stesso modo ritengo sia inaccettabile che Ispra risponda di non essere in grado di determinare le piccole quantità per il prelievo, considerando che esiste una sentenza, sempre della Corte di Giustizia europea sulle deroghe maltesi, dove viene spiegato in modo chiaro come calcolare le piccole quantità sulle specie migranti.
Anche sull’uso delle reti – prosegue il vice presidente della Commissione Agricoltura – esiste una questione contraddittoria, che vede l’adozione di criteri di valutazione completamente opposti per pratiche analoghe, nonostante il requisito della selettività sia il medesimo. In questo modo si arriva alla situazione paradossale e assurda per cui l’uso della stessa rete diventa “selettivo” se questa viene impiegata per la cattura a fini scientifici, ma non lo sia più se invece viene destinata allo scopo ricreativo.
Queste sono soltanto alcune delle molte contraddizioni, che ci portano a ritenere l’operato di Ispra sia ideologizzato; il problema è che a farne le spese – chiosa Massardi – sono ancora una volta i nostri cacciatori, specie quelli bresciani.”