Le associazioni ambientaliste concordano con l’esigenza di contenere la proliferazione dei cinghiali sull’Isola d’Elba; sulla questione però il WWF fa alcune precisazioni.
Il problema dell’eccessiva proliferazione degli ungulati sull’Isola d’Elba ormai è talmente evidente sia per i danni causati alle coltivazioni e per gli incidenti stradali che per i danni causati allo stesso ecosistema che perfino le associazioni ambientaliste concordano con l’esigenza di contenere la specie.
Già Legambiente si era schierata a favore dell’eradicazione dei cinghiali sull’Isola d’Elba ed ora con la questione concorda anche il WWF pur se con qualche polemica riguardante l’introduzione della specie sull’isola per presunti fini venatori.
Quindi per il WWF la colpa della proliferazione degli ungulati sull’Isola d’Elba sarebbe degli stessi cacciatori che l’avrebbero prima favorita per gli scopi venatori perdendo poi il controllo della situazione e non riuscendo più a gestirla.
Secondo il WWF inoltre la gestione della specie con gli abbattimenti da parte dei cacciatori non è risultata efficiente per lo scopo prefissato. Ora però, dicono dal WWF “I danni causati da queste operazioni appaiono evidenti ovunque, tanto più in ambienti sensibili e geograficamente isolati come quelli isolani”.
Considerata la situazione ormai precaria il Wwf Italia, con specifico riferimento al caso dell’Isola d’Elba, che presenta particolari peculiarità legate all’insularità e all’originaria assenza della specie sull’isola, vuole sottolineare che l’associazione ha come finalità quella di tutelare gli ecosistemi e le biodiversità.
Però ammette il WWF che “parallelamente all’affermazione del principio dell’integrità ecologica legato alla propria missione, il Wwf sostiene con forza il principio del rispetto per ciascuna entità vivente. È però noto che nelle attività concrete di conservazione questi due principi possono entrare in conflitto”.
Inoltre “il Wwf ritiene che qualora questa conflittualità, dopo accurata valutazione delle circostanze, sia inevitabile, il principio della integrità ecologica possa prevalere, ma che sia necessario che tutte le azioni che comportano interferenze con le vite degli animali siano condotte “con passo lieve”, nella consapevolezza della sofferenza che alcune scelte possono causare a creature viventi e nella consapevolezza che il principio del rispetto per la vita individuale richiede un’attenta ponderazione delle ragioni che richiedono il sacrificio di singole esistenze”.
Secondo il WWF “i possibili danni arrecati dalla diffusione del cinghiale sull’Isola d’Elba non si limitano alle colture agricole e all’incidentalità stradale, ma ricadono anche, in modo potenzialmente importante, su molte altre specie vegetali e animali del Parco, venendo quindi a costituire una minaccia per la conservazione della biodiversità dell’isola e per la biocenosi naturale preesistente”.
Ciò considerato il WWF conviene con la potenziale esigenza di un “intervento volto a ridurre drasticamente la presenza di questa specie sull’isola, fino anche ad una sua completa scomparsa, finalizzato a favorire il ripristino delle condizioni ambientali preesistenti all’introduzione della stessa”.
Ciò nonostante il Wwf precisa che “Qualsiasi intervento e programma di interventi deve seguire precisi criteri” tra cui innanzitutto “un valido ed attendibile censimento della consistenza della specie sull’isola, che dia riscontro ad elementi percettivi e che possa permettere di effettuare efficaci programmi di gestione che siano fondati su concreti dati scientifici”.
Inoltre secondo il WWF ogni azione dovrà essere intrapresa secondo un programma complessivo curato da tecnici qualificati ed approvato dall’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale.
Dal WWF auspicano interventi di controllo effettuati preferibilmente con i sistemi di cattura (chiusini) che a dire dell’associazione ambientalista si è dimostrata negli ultimi anni “l’unico sistema in grado di ridurre l’impatto degli interventi su altre specie, assicurando nello stesso tempo la migliore gestione degli animali oggetto del controllo”.
Ovviamente per gli ambientalisti l’eventuale sistema dell’abbattimento deve essere “limitato a casi e situazioni del tutto particolari e deve essere effettuato solo ad opera di personale istituzionale”. In tal modo il WWF esclude che gli interventi possano essere effettuati dai cacciatori.
Sembrerebbe infine che per gli ambientalisti anche i cinghiali catturati non dovrebbero essere immessi in aziende faunistico venatorie proprio per non fare in modo che possano divenire qui preda dei cacciatori ma allo stesso tempo vengono menzionati eventuali ricavi dalla vendita dei prodotti ricavati dalla spoglie degli animali eventualmente soppressi; insomma come dire meglio soppressi dalle Autorità che abbattuti dai cacciatori.