Caccia alle anatre: Se ritieni che per divertirti e trascorrere qualche giorno di puro benessere venatorio tu debba spolverare il passaporto ti sbagli: l’Italia è in grado d’offrire ancora esperienze da brivido ed emozionanti. Metti ad esempio quella bellissima azienda faunistico venatoria che abbiamo visitato l’anno scorso, poco fuori Bologna…
Di questa azienda faunistico venatoria alle porte di Bologna ne ho sentito parlare in un bar. Come al solito faccio ho annotato il nome e qualche parere convinto che di lì a breve avrei perso il foglietto e il ricordo di quella chiacchierata. Le cose, ora posso dire per fortuna, sono andate diversamente. Le poche giornate trascorse in quel piccolo paradiso faunistico sono state belle, appaganti e diciamocelo, pure un po’ rilassanti. Qualche settimana dopo la conversazione di cui ti ho detto mi è capitato di incappare nella pubblicità di un’azienda che oltre ad organizzare eventi a carattere naturalistico per i più piccoli, dava ospitalità ai poveri cacciatori bistrattati che amano la caccia in palude, di dilettarsi in botte con un fucile in mano. Ho fatto due più due, e ho pensato che era destino. In poche ore ho recuperato il solito team di cacciatori in cerca di avventure e ho prenotato.
Nessun episodio degno di nota durante il viaggio d’andata, solo tanto entusiasmo e un pizzico di goliardia, come accade quando si viaggia fra uomini, ma il bello delle vacanze venatorie è anche quello no? Abbiamo preso le stanze, cenato e atteso la mattina seguente: tutto come mi auguravo. Ci siamo diretti verso il luogo d’incontro nel quale i due barcaioli, Giacomo e Pierluigi ci attendevano. “Qui è sempre così poco prima dell’alba”, mi hanno detto comprendendo subito il mio interesse per quel silenzio immobile che aveva un non so che di irreale. Era quel momento della giornata durante il quale i volatili notturni sono andati a dormire e quelli diurni non si sono ancora svegliati: niente vento, niente voci, niente di niente, solo pace. E la pace è proseguita a lungo visto che di barcaioli tanto silenziosi io non ne avevo mai visto prima di allora. Siamo scivolati senza fiatare sulle acque placide: sembrava d’essere inciampati nelle pagine di non ricordo quale romanzo. C’era odore di acqua palustre, di tife, di falasco e grandi speranze per la mattinata che stava per cominciare. Abbandonati nelle botti i nostri barcaioli hanno posizionato gli stampi e i richiami vivi e hanno atteso silenziosamente che si aprissero le danze.
Dopo poco la natura un po’ assonnata ha iniziato a svegliarsi. Ci ha trovato con i fucili in spalla ancora scarichi e con gli occhi pieni di meraviglia, in attesa di qualche segnale. Il concertino è partito con le oche selvatiche: hanno fanno un casino infernale ma l’assolo si è interrotto presto. Non so dire in quanto tempo, ma il cielo è diventato presto un’autostrada per germani e alzavole che sfrecciavano veloci. La simbiosi con Filippo, mio vicino di botte, è antica e oramai ben assodata; è importante quando si caccia in due. Il primo germano se lo è preso lui, la prima e seconda alzavola invece le ho catturate io.
Tra uno sparo e l’altro penso che questo sia un vero e proprio paradiso. La vegetazione è varia: ci sono filari di pioppi, di salici, ontani, canneti che affondano le radici nelle acque basse e opache. Niente di strano che la zona sia densamente abitata da esseri piumati. Durante una sola giornata ho intravisto aironi, cinerini, garzette, colombacci, migliarini di palude, cormorani, gallinelle d’acqua. Non ti basta? C’erano anche tarabusini e qualche extracomunitario. La piaga della zona sembrano essere le tartarughe dalle orecchie rosse: la storia nemmeno te la racconto, visto che è identica quella che è stata prima delle nutrie e degli scoiattoli grigi. Vengono abbandonati da qualche sciocco che non sa più che farsene e mettono il caos in habitat spettacolari.
La mattina di caccia vola via tra germani catturati e barcaioli che vanno e vengono silenziosamente. Tutto merito di questo luogo spettacolare e di questa azienda faunistico venatoria a cinque stelle: è la gestione competente che ne ha fatto un luogo del quale innamorarsi, bello non solo per noi cacciatori, che ne godiamo per pochi mesi all’anno, ma anche e soprattutto per i più piccoli. Gli eventi didattici e naturalistici avvicinano tutto l’anno copiose scolaresche alla palude e alla valle, un modo piuttosto intelligente per tirare acqua al proprio mulino e fare della propria attività qualcosa di sorprendente.
A questo punto il racconto potrebbe interrompersi e invece no: immediatamente dopo pranzo il proprietario ci propone una caccia alla vagante con cani da ferma. Eravamo stanchi ma chi poteva rinunciare? Larghe siepi, rimboschimenti e coltivazioni intensive hanno dato ospitalità a noi, a due setter inglesi e un épagneul breton. Cosa abbiamo portato a casa? Bellissimi fagiani e qualche lepre. Una giornata di quelle che non potrò mai dimenticare.
Buongiorno, vi scrivo dal sud Italia, Gallipoli per la precisione. Essendo appassionato di caccia agli acquatici, vorrei conoscere il nome e i recapiti della azienda faunistica-venatoria di Bologna di cui parlate nell’articolo? Sono interessato ad ulteriori informazioni per la prossima stagione venatori<a. Ringrazio anticipatamente e saluto cordialmente.
Niccolò Coppola