Convocata per il 9 marzo la Commissione regionale dell’Umbria per il confronto in vista dell’elaborazione del Calendario venatorio per il prossimo anno e per il piano di selezione. Una seduta nella quale si riproporrà il confronto sulle date della caccia al cinghiale, tema che ora si incrocia anche con quello dell’emergenza peste suina africana. Intanto, a seguito della nuova formulazione proposta in sede europea dei ‘Key Concepts’, dati su migrazioni e fine riproduzione di 82 specie cacciabili, nuove incognite sul Calendario venatorio 2022/23.
Per questo i consiglieri regionali Manuela Puletti e Valerio Mancini (Lega Umbria) chiedono che la stesura del Calendario venatorio avvenga con tempistiche e modalità “tali da non creare incertezza nel mondo venatorio umbro”. “Il riferimento – spiegano Puletti e Mancini – è l’aggiornamento, avvenuto in sede UE, dei dati di migrazione e fine riproduzione di 82 specie cacciabili negli Stati membri, recentemente concertati con la Commissione NADEG (gruppo di esperti su Direttive Uccelli e Habitat).
Per quanto riguarda l’Italia – affermano – vi sarebbero ‘anomalie’ sui periodi di caccia di alcune specie (turdidi, anatidi e scolopacidi) e potrebbero verificarsi difformità con gli altri Paesi sui periodi di prelievo venatorio”. Per Puletti e Mancini sussisterebbe una “interpretazione eccessivamente restrittiva dei nuovi Key Concepts appena stilati in seno agli organismi comunitari, che rende indispensabile l’apertura, quanto prima, di un confronto serrato all’interno della Conferenza Stato–Regioni, con il coinvolgimento del Ministero della Transizione Ecologica e delle associazioni venatorie maggiormente rappresentative, in vista della stesura del nuovo Calendario venatorio che dovrà essere pubblicato dalle Regioni entro il 15 giugno”.
“Auspichiamo – concludono i due esponenti della Lega – che, agendo di concerto con i colleghi delle altre regioni, l’assessore Morroni esprima contrarietà all’applicazione dei Key Concepts italiani, vista la discrasia e la difformità di applicazione del nostro Paese rispetto agli altri Stati europei”.