Nell’ambito del piano di sorveglianza attiva per la stagione venatoria “ottobre 2021 – gennaio 2022”, il Servizio prevenzione, sanità veterinaria e sicurezza alimentare della Regione Umbria in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, ha svolto un monitoraggio per ottenere informazioni sullo stato sanitario della popolazione di cinghiali in Umbria in particolare relativamente all’infezione da dell’Epatite E (Hev).
Lo rende noto l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto spiegando che il virus dell’Epatite E (Hev) – la cui trasmissione può avvenire attraverso il consumo di acqua o di alimenti contaminati tra cui in particolare la carne di cinghiale – ha assunto negli ultimi anni una sempre maggiore rilevanza in termini di rischio per la salute pubblica, in quanto principale agente causale di epatite virale acuta.
Pertanto il Servizio regionale di Prevenzione – a prescindere dall’analisi approfondita del monitoraggio effettuato su 179 cinghiali con una percentuale di epatite riscontrata nel fegato del 43 per cento degli animali esaminati – raccomanda sempre una buona cottura della carne di cinghiale prima del consumo.