Si ricorda che il prelievo sperimentale della Lepre italica era già divenuto una realtà nella scorsa annata venatoria in alcuni “distretti” degli ATC ME1, PA2 e AG1. L’iniziativa è particolarmente importante poiché ha consentito di avviare in concreto la cosiddetta “caccia programmata” a base della Legge n. 157/’92, anche su una specie tipica di piccola selvaggina stanziale già oggetto di contenziosi in Sicilia. In questo modo si è infranto un doppio muro costruito, in buona fede, da una parte da coloro che ritenevano inapplicabile in Sicilia un modello di “caccia sostenibile” e, dall’altro, da coloro che intendevano difendere la “caccia tradizionale” in quanto tale (non più applicabile per i continui ricorsi al TAR). L’esperienza portata a termine nel 2017, grazie alla sensibilità di volonterosi cacciatori aperti all’innovazione, ha dimostrato che una caccia tecnicamente corretta è possibile in Sicilia.
La Regione Siciliana ha avuto una grande sensibilità rispetto a questa iniziativa, cogliendo immediatamente gli aspetti positivi e innovativi della proposta, suscettibili di importanti ricadute sul piano sociale e sulle future strategie di gestione della fauna siciliana. La positiva esperienza proseguirà anche su altri territori dell’Isola e, in prospettiva, potrà allargarsi alla Coturnice di Sicilia, che da anni non è più cacciabile per analoghe motivazioni. Infine, pur essendo stato promosso dal Consiglio Regionale della FIdC Sicilia presieduto da Giuseppe La Russa, questo progetto pone a disposizione le competenze tecnico-scientifiche della Federcaccia a vantaggio di tutti i cacciatori siciliani a prescindere dall’Associazione di appartenenza.