Caccia: Risposta del presidente provinciale Italcaccia, Gioacchino Pesce, in merito all’articolo sulle giornate in deroga in Puglia sul calendario venatorio.
In tutti i paesi definiti civili e democratici ove si conserva il rispetto di culture e tradizioni la caccia è un diritto, praticata da un’entità, a volte numerosa altre volte esigua, ma quell’entità è comunque rispettata dagli altri che magari non la condividono.
La caccia ha innegabili meriti: ad esempio avvantaggia tanto la selvaggina quanto l’economia di un paese. Vedi l’Ungheria con i suoi splendidi cervi e caprioli i più belli, sani e numerosi al mondo, meta di elevato turismo venatorio; vedi la Romania e Cuba con altissimo turismo venatorio e con un numero spaventoso e per varietà e per quantità di oche e anatre; vedi l’Inghilterra e la Scozia che portano turismo venatorio grazie alla stragrande presenza di colombacci pernici e lepri; che dire della Spagna che con una indefinibile quantità di tordi e pernici rosse imbarca turisti-cacciatori da tutta l’Europa e potrei continuare per molto ma mi limito semplicemente a far notare che i Pesi citati cacciano per specie, ossia a periodi dedicati a determinata selvaggina, tutto l’anno così il patrimonio faunistico è tutelato e anche le entrate economiche.
In Italia non è così. L’imperativo VIETARE è alla base di tutto: abbiamo il più alto numero di Parchi, inutili, costosi, pagati da tutti gli italiani, cacciamo una minima quantità di animali proibendo specie in esubero e magari consentendo specie in diminuzioni perché i calendari subiscono l’influenza di “ambientaloidi”, forti del parere di altisonanti enti che ignorano tante cose e mai viene tenuto conto il parere del mondo venatorio che ben conosce determinate realtà.
L’Italia caccia solo per tre giorni alla settimana per cinque mesi: totale cacciano per 40/50 giornate all’anno ma pagano tasse per un anno intero tasse tra le più care al mondo circa 400 euro. I cacciatori sono costretti a cacciare nei loro domicili consentendo poche gocce di mobilità in altre Regioni con buona pace dell’economia turistica, chissà se il Ministro Brambilla se ne è mai accorta?
E così vergognosamente poi parte anche la grancassa dei veri e unici nemici della natura che accusano due Galantuomini della Regione Puglia il Governatore Vendola e l’Assessore Stefàno che in tema di trasparenza e legittimità sono dei docenti e ne hanno da vendere a parecchi dei loro accusatori i quali, non sottovalutiamoli maestri in camaleontiche manovrine, si sanno porre poi sempre dal lato dei vincitori.
Il motivo delle accuse in questo caso sarebbero state per cinque giornate di caccia restituite perché in precedenza subdolamente sottratte al mondo venatorio pugliese e udite udite: l’aver concesso in deroga la caccia agli storni sissignori a quegli uccelli che in milioni di esemplari formano nuvole coreografiche in cielo e quando calano in frutteti oliveti e vigneti creano danni incalcolabili agli agricoltori, sì proprio e sempre loro che inurbandosi nelle città ci gratificano con montagne di sterco decorando pittorescamente le auto e i monumenti.
Ebbene questi uccelli gli ambientaloidi li fecero passare, offendendo l’intelligenza degli italiani, come specie da vietare alla caccia perchè a rischio di estinzione???
Gioacchino PESCE
Consigliere Nazionale e Presidente Provinciale ITALCACCIA
Fonte: Manfredonia.net