CACCIA. LA PROVINCIA DI AREZZO DICHIARA GUERRA AI CAPRIOLI. L’ENPA: L’ENNESIMO MASSACRO INUTILE
La provincia di Arezzo, con le solite e pretestuose motivazioni, ha autorizzato nei giorni 6-7 marzo, “abbattimenti selettivi” questa volta a danno di caprioli, colpevoli di arrecare presunti danni all’Agricoltura. Una soluzione, quella dell’uccisione, che ormai è sempre più spesso un pretesto per allungare la possibilità di sparo, e che non ha nulla a che vedere con la gestione faunistica.
“La legge nazionale 157/92 spiega come gli abbattimenti selettivi, e la questione dei danni all’agricoltura, non ha nulla a che vedere con il mondo venatorio, mentre invece sembra che l’intervento dei cacciatori è legittimo e necessario per il controllo delle specie. Invece, è proprio grazie al mondo della caccia, e alla totale ed errata gestione da parte delle istituzioni, che esistono questi problemi” commenta Marco Innocenti Degli, dell’Enpa Toscana.
“E’ paradossale rivolgersi proprio a coloro che sono stati artefici dei presunti danni con la pratica dei ripopolamenti a fini venatori, per la risoluzione di una questione così delicata, che vede numerosi attori in gioco. Certo è che un primo passo importante sarebbe proprio vietare l’acquisto e l’immissione in tutto il territorio regionale – e anche nazionale – di ungulati: come mai non si parla mai di questo?”
Per la Protezione Animali è necessario anche conoscere le metodologie ecologiche utilizzate per il contenimento della specie, che sono obbligatorie per legge e che devono essere verificate dall’ISPRA: queste sono infatti preventive a qualsiasi piano di abbattimento:
“Chiederemo il risultato dell’applicazione e della verifica di inefficacia dei metodi incruenti, ma nel frattempo esortiamo la provincia a fermare questa crudele e inutile pratica dell’abbattimento, in cui potranno essere uccise anche femmine gravide, e che in oltre dieci anni di applicazioni non hanno mai risolto nulla. E’ necessario investire nella ricerca, a partire dalla conduzione dei censimenti da istituti super partes, fino all’accertamento del danno e allo studio di nuove tecniche non cruente ed efficaci”.
Fonte: ViaRoma100.net