Nel corso della giornata di ieri si è svolta l’udienza del Tar Lombardia in merito alla sospensione dell’attività venatoria in questa regione. L’onorevole Barbara Mazzali, consigliere regionale della Lombardia (Fratelli d’Italia), ha raccontato i dettagli del procedimento: “L’udienza è stata particolarmente interessante in quanto la voce dei cacciatori, attraverso l’imprescindibile ruolo delle Associazioni Venatorie per il tramite dei propri Avvocati, ha trovato spazio con una concreta discussione della questione per quasi un’ora. Le Associazioni Venatorie hanno confutato le tesi della ricorrente LAC a sostegno della bontà tecnica del calendario predisposto da Regione Lombardia illustrando le ragioni di sostanza che richiedevano il coinvolgimento, ex ante e non ex post, delle Associazioni dei cacciatori, ricordando al Collegio il ruolo istituzionale svolto da queste nella regolamentazione del settore e nella tutela dell’ambiente.
Sulla misura cautelare sospensiva adottata dal Tribunale Amministrativo i difensori di Diana hanno insistito sul concetto del contraddittorio sostanziale e del contributo di conoscenza che le Associazioni Venatorie avrebbero potuto portare per una migliore intelligenza e comprensione della materia da parte del Tribunale Amministrativo. In particolare in sede di discussione è stato evidenziato al Collegio che il calendario venatorio seppur giunto in ritardo, per molteplici questioni amministrative e organizzative, nella sua sostanza non ha compromesso e non compromette i valori ambientali e di tutela della fauna.
Di contro la sua sospensione ha causato un ingente danno per i cacciatori e per tutto l’indotto e in questo senso sono stati riportati dati reali sull’importanza del PIL che la caccia genera in tutta la sua filiera grazie all’importante contributo dell’ Avv. Antonio Papi Rossi e dell’Avv. Antonio BANA, in rappresenta di ANLC nonché presidente di Assoarmieri. L’Avv. Papi Rossi e l’Avv. Bana hanno illustrato nel dettaglio sia il contenuto del calendario sia gli ingenti danni, economici e non, che deriverebbero dalla sospensione dell’attività venatoria sospinta da mere questioni ideologiche della ricorrente LAC; visto che le principali associazioni ambientaliste (WWF LIPU e via dicendo) non hanno aderito ne al ricorso originario né si sono costituite per partecipare l’udienza odierna.
Questo la dice lunga come oggi questioni ideologiche possono portare alla paralisi di un settore produttivo sfruttando ad arte il sistema giudiziario. In attesa delle decisioni del TAR, che avranno un’importate peso per i calendari futuri, il calendario venatorio impugnato è da considerarsi ancora sospeso mentre i cacciatori potranno utilizzare per l’attività venatoria il calendario ponte che Regione Lombardia ha promulgato dopo la sospensione”.