Caccia. Un’attesa snervante
Ieri, giovedì 8 settembre si è discusso il ricorso della LAC contro il calendario lombardo. La decisione potrebbe arrivare già oggi, ma anche slittare alla settimana prossima. L’associazione animalista ha riproposto sostanzialmente due temi: la siccità e i carnieri giornalieri e stagionali, definiti abnormi. Francamente non credevamo alle nostre orecchie: dopo che la LAC aveva già rinunciato alla decisione sulla siccità, definendosi soddisfatta della risposta (nemmeno un provvedimento, una mera risposta di cortesia istituzionale) con cui la Regione spiegava che non c’erano rischi per la selvaggina, ha attaccato il calendario dicendo che il problema vero era la siccità, che aveva messo in ginocchio la fauna!
Le lacune della LAC
Ma cosa c’entra la siccità (peraltro superata con riferimento agli habitat) con la legittimità di un calendario che deve essere approvato a giugno?! Ma soprattutto: in un ricorso rinuncia e nell’altro insiste sullo stesso tema? Ovviamente la LAC non ha prodotto nemmeno la prova che sia morta anche solo una lumaca, ma la sua strategia è sempre quella di muovere a compassione i giudici, sovente specchio di una società che non ama la caccia. Quanto ai carnieri chiunque si sarebbe imbestialito: non si può sentire che dall’apertura alla chiusura ogni cacciatore in ogni giornata raggiunge il massimo di carniere e che i dati dei tesserini sono tutti fasulli.
Scarsa conoscenza della materia
Ma come abbiamo spiegato ai Giudici, l’ISPRA questi dati li ritiene corretti e attendibili e tali da giustificare i carnieri previsti dal calendario. E del resto sono del tutto consimili a quelli che la stessa LAC in Emilia nemmeno ha impugnato! Abbiamo ribadito la legittimità dell’apertura come programmata, e sono stati toccati e ribaditi altri temi con cui l’Avvocatura regionale e gli avvocati delle associazioni Federcaccia e Enalcaccia, Anuu, Liberacaccia nelle memorie avevano già ampiamente smentito le fesserie raccontate dalla LAC. Ma la ragione, il diritto e la logica non sempre sono sufficienti quando si parla di tempi e specie cacciabili a chi di caccia non sa nulla. Non ci rimane che attendere la decisione, sperando nell’attenzione e imparzialità dei giudici, che confidiamo non si saranno fatti distrarre degli accorati appelli della LAC, arrivata a raccontare di poveri cinghiali assetati costretti ad abbandonare i boschi per rifugiarsi nelle città in cerca di acqua e cibo, ormai del tutto scomparsi dai boschi.
Cacciatori. Cosa bisogna attendersi
Una cosa è certa: quest’anno il calendario è stato approvato per tempo e la Regione ha praticamente aderito a tutte le prescrizioni dell’ISPRA, salvo scostamenti minimali ampiamente e approfonditamente motivati: se sarà accolto il ricorso, anche solo in parte, della LAC non sarà per motivi giuridici, ma unicamente perché le fandonie e le menzogne della LAC avranno trovato immotivato credito. E qualora le cose vadano male, vogliamo credere che la Regione sarà pronta ad adottare un provvedimento urgente per consentire l’apertura (Federcaccia Lombardia).