GENOVA – La caccia è da sempre un tema controverso che suscita forti reazioni e opinioni divergenti. In Liguria, un nuovo dibattito è stato acceso dalla proposta della Lega di introdurre l’uso dell’arco come strumento venatorio nei boschi della regione. Questa iniziativa ha sollevato diverse questioni e ha spinto molti a esprimere le loro preoccupazioni riguardo alla sicurezza, alla sostenibilità e alla priorità delle esigenze della popolazione.
L’emendamento è stato presentato da Alessio Piana, presidente della commissione Attività Produttive, e fa parte di un disegno di legge omnibus di carattere finanziario, accompagnando la discussione dell’assestamento al bilancio regionale. L’obiettivo è quello di inserire l’arco “quale strumento venatorio per la caccia di selezione”. Da notare che l’arco è già contemplato dalla legislazione nazionale e in diverse leggi regionali italiane.
La proposta non si limita all’introduzione dell’arco come metodo di caccia, ma comprende anche altre modifiche alla pratica venatoria in Liguria. Tra queste, vi è l’introduzione della caccia di selezione al cervo e al muflone, specie che possono causare danni alle coltivazioni e alla biodiversità se non controllate adeguatamente. Inoltre, la proposta prevede l’estensione dei periodi di caccia al daino e al cinghiale. Quest’ultimo punto ha suscitato particolare interesse, poiché verrebbe estesa a tutto l’anno, un’opzione che inevitabilmente solleva interrogativi sulla sostenibilità e sulle conseguenze per l’ecosistema locale.
Tuttavia, la Lega non si è limitata alle proposte di ampliamento della caccia. L’emendamento mira anche a eliminare il contingente minimo di caccia al cinghiale nelle zone soggette alle restrizioni causate dalla peste suina. Ciò potrebbe avere conseguenze sul controllo delle popolazioni di cinghiali e solleva preoccupazioni riguardo alla possibile diffusione di malattie nel bestiame e nell’ambiente.
Nonostante la proposta abbia il sostegno della Lega, ha incontrato ferma opposizione da parte di alcuni consiglieri della Lista Sansa, tra cui Selena Candia e Ferruccio Sansa. Essi ritengono che la Lega stia trascurando le vere esigenze della popolazione, concentrandosi su questioni di minore importanza rispetto a quelle che affliggono i cittadini liguri quotidianamente. Candia e Sansa hanno espresso preoccupazione riguardo all’uso dell’arco nella caccia, sottolineando i rischi per la sicurezza pubblica e l’etica della pratica.
Secondo i critici, la priorità dovrebbe essere data a questioni come il miglioramento delle condizioni di lavoro, la riduzione delle liste d’attesa nella sanità pubblica e il rafforzamento dei servizi di trasporto pubblico. Candia ha commentato con sarcasmo, “Visto che la Lega si oppone anche al salario minimo, forse pensa che la gente, se non arriva a fine mese, possa andare in giro per i boschi a cacciare per risparmiare i soldi della spesa”.
La questione della caccia in Liguria è destinata a suscitare ancora molte discussioni, con favorevoli e contrari che continuano a scontrarsi riguardo alla proposta della Lega. Sarà compito del Consiglio Regionale valutare attentamente le implicazioni di queste misure e ascoltare le voci di tutti i cittadini interessati prima di prendere una decisione definitiva riguardo all’uso dell’arco come strumento venatorio e all’estensione della caccia in diverse stagioni dell’anno. La Lega sostiene che queste misure sono necessarie per il controllo delle specie e la gestione dell’ambiente, ma è essenziale bilanciare le esigenze delle attività umane con la conservazione dell’ecosistema per garantire un futuro sostenibile per la fauna e la flora della regione ligure.