Cairo M. (SV) – Vertenza caccia: i cacciatori minacciano di «incrociare le braccia» e di non essere disponibili per le battute di controllo contro i danni all’ agricoltura: «Basta essere additati come gli eterni cattivi, o vederci scippare dei diritti o derubati rispetto a quanto già pagato senza poterne usufruire. Che vadano gli animalisti a fare le battute, facendo “pum” con la bocca per far scappare i cinghiali, se ci riescono».
Il vaso è davvero colmo. Lo dimostrano i commenti di personaggi solitamente moderati, come Fulvio Porta, alla guida dei cacciatori di Osiglia, o dell’ assessore cairese, ma qui in veste di cacciatore, Alberto Poggio. Sbotta, Porta: «Stiamo subendo senza colpa un torto che per altre categorie non sarebbe tollerato. L’ ennesimo, vista l’ ottica di cacciatori come figure negative. Spiace per gli agricoltori, che hanno chiaramente preso posizione a nostro favore, ma non si può sempre rimanere passivi di fronte a simili montagne russe che calpestano i nostri diritti e, nonostante quel che dicono certi animalisti da copertina, danneggiano anche il territorio stesso».
Sulla stessa frequenza anche Alberto Poggio: «Certi ambientalisti dimenticano che il territorio non significa solo animali, ma perdendo il senso della realtà e della proporzione per portare avanti crociate di principio, con il loro atteggiamento danneggiano il territorio stesso, oltre a privare chi ha già pagato, ed in anticipo, di un suo diritto. La caccia non è più quella di una volta, dipingere stragi e crudeltà è anacronistico, se lo si fa a discapito di una necessaria azione di controllo per preservare l’ agricoltura e dall’ invasione degli ungulati».
E la preoccupazione degli agricoltori è evidente, come conferma il presidente provinciale della Coldiretti, Gerolamo Calleri: «Capisco la posizione dei cacciatori, anche se auspico che sia trovata velocemente una soluzione e la protesta rientri. Quel che è evidente è che in queste prove di forza tra animalisti e cacciatori, a rimetterci è l’ agricoltura». E prosegue: «Sospendere la caccia in questo periodo è poi deleterio, basti pensare alla posa delle reti per la raccolta delle olive, ora a rischio dell’ invasione dei cinghiali, perchè, al di là degli eventuali abbattimenti, le battute fanno sì che gli animali si allontanino dalla zone coltivate. L’ agricoltura significa non solo produzione, creazione di reddito, ma anche presidio del territorio, prevenzione, manutenzione. Lasciare gli agricoltori senza difese significa mettere a rischio tutto questo». [M.CA.]
28.10.2013
La Stampa (ed. Savona)