Caccia in Italia: se ne parla al Parlamento europeo con le Associazioni Venatorie ed i parlamentari europei; problema storni e Calendari Venatori i temi principali della discussione.
Deputati europei del Partito Democratico e i vertici delle associazioni venatorie italiane si sono incontrati al Parlamento europeo di Bruxelles per parlare di caccia. La riunione è stata convocata e presieduta da Renata Briano, Vice Presidente dell’Intergruppo Biodiversità, Caccia e Attività Rurali. Accanto a lei gli europarlamentari Paolo De Castro, David Sassoli, Damiano Zoffoli, Elena Gentile, Luigi Morgano, Nicola Danti, Alessia Mosca e Brando Benifei, tutti interessati ad ascoltare le istanze del mondo venatorio. Rappresentativa e folta la delegazione dei cacciatori composta dal Presidente di Federcaccia Gianluca Dall’Olio, dal Presidente di Arci Caccia Osvaldo Veneziano, dal Presidente di Enalcaccia Lamberto Cardia, dal Presidente dell’EPS Martin Ganner, dal Presidente di Italcaccia Gianni Corsetti, dal Presidente di Libera Caccia Paolo Sparvoli. A rappresentare la FACE, Federazione delle Associazioni per la Caccia e la Conservazione dell’EU, c’erano il Vice Presidente Giovanni Bana (in rappresentanza anche dell’ANUU) e il Segretario Generale Filippo Segato.
Il problema dello storno e le questioni dei calendari venatori italiani sono stati al centro della discussione. Renata Briano ha messo in risalto le discrepanze tra l’Italia e altri paesi del bacino del Mediterraneo, come Francia e Grecia, sottolineando la necessità di avviare un percorso con la Commissione europea affinché i calendari tengano effettivamente conto delle evidenze scientifiche sulle migrazioni degli uccelli. Inoltre anche sullo storno bisogna trovare soluzioni soddisfacenti e realistiche anche perché la stessa ISPRA ha fornito dati scientifici che confermano il buono stato di conservazione della specie.
Riguardo alle procedure d’infrazione avviate nei confronti dell’Italia l’eurodeputata PD ha osservato: “Le decisioni della Commissione europea vanno rispettate. Ma su fatti acquisiti, come le sentenze dei tribunali che hanno dato ragione alle Regioni e i dati scientifici che stabiliscono con chiarezza i periodi di migrazione prenuziale, non si può negoziare ed è necessario difendersi”. I problemi che affliggono la caccia italiana sono il sintomo del bisogno di fare rete tra le istituzioni. Per questa ragione tutti gli eurodeputati si sono impegnati ad avviare un confronto tra la Commissione europea, il Governo italiano e le associazioni venatorie. “Occorre presidiare meglio le istituzioni europee – ha detto Bana – con una presenza costante impostando le discussioni sul valore anche economico della caccia. A tal fine i cacciatori hanno a disposizione il canale privilegiato dell’Intergruppo Biodiversità, Caccia e Attività Rurali che ha lo scopo di portare le istanze dei cacciatori all’attenzione delle istituzioni europee”.
Ad inserire le vicende italiane nel più ampio quadro europeo è stato Filippo Segato, che ha ricordato il Fitness Check attualmente condotto dalla Commissione Europea per valutare se le direttive Habitat e Uccelli siano ancora adatte allo scopo. Esistono chiari segnali della Commissione Juncker che indicano una “fusione e modernizzazione” delle Direttive. Una revisione delle Direttive però è tutt’altro che scontata negli esiti e la FACE, pur consapevole dei difetti nella trasposizione in legge nazionale, non è favorevole a una loro riscrittura.
Anche il Presidente dell’Integruppo Biodiversità, Caccia e attività Rurali, il tedesco Karl-Heinz Florenz ha portato il suo saluto alla delegazione italiana, complimentandosi per la riuscita dell’iniziativa e dicendosi disponibile a dare alle istanze dei cacciatori italiani il rilievo che meritano nel contesto europeo.
( 21 giugno 2015 )
Federcaccia