Caccia in Italia: L’esperienza venatoria nella Franciacorta a caccia di lepri, cinghiali e deliziose bollicine..
Dici Franciacorta e pensi al buon bere e al buon mangiare, ma in effetti in rari casi si sa con precisione dove realmente sia collocata la Franciacorta. La risposta è semplice: è una zona collinare tra Brescia e l’estremità più meridionale del Lago d’Iseo. Io l’ho scoperto solo di recente quando Vittorio mi ha proposto un viaggetto alla coperta del buon vino e della buona caccia. Trattandosi di un’associazione infallibile come avrei potuto dire di no?
D’altronde a tutti i dettagli ha pensato lui, e ha perfino previsto la partecipazione al nostro viaggetto delle rispettive consorti e figli! Insomma un’avventura familiare che ricordo con estremo piacere. La zona ha una vocazione spumantistica davvero sorprendente e il territorio è ricco di boschi e vigneti tant’è che immagino in tanti della zona abbiamo avuto la possibilità di dar la caccia a lepri e chissà che altro dispersi fra antichi filari. Durante una degustazione ho persino scoperto il perché del nome della zona, cosa che te lo confesso, mi incuriosiva non poco.
Pare che sia da far risalire al termine “Curtes Francae” e nello specifico alle piccole comunità di monaci benedettini che durante tutto il Medioevo abitarono la zona collinare non distante dal lago d’Iseo. Queste erano esentate dal pagamento dei dazi sia al vescovo che ai signori locali e potevano comodamente trasportare le proprie merci in altri stati e possedimenti: manco a dirlo questo vantaggio rese molte di queste comunità ricche ed estremamente produttive.
Una cosa tira l’altra e oggi le bollicine Franciacorta possono fregiarsi del marchio DOCG tanto che il nome “Franciacorta” è mondialmente divenuto sinonimo dello spumante prodotto localmente. Naturalmente non ho assaggiato esclusivamente bollicine, per altro davvero deliziose, ma mi sono cimentato insieme al mio compagno di avventura nella degustazione del DOC “Terre di Franciacorta”, un vino fermo disponibile nella variante sia bianca che rossa.
A questo punto ti domanderai dove abbiamo trovato il tempo per dedicarci alla caccia. Beh quando si tratta di passioni il tempo si trova sempre e in compagnia di Anselmo (il cugino di Vittorio) ci siamo cimentati nella caccia della lepre ma anche (seppur meno di frequente) alla caccia al cinghiale. Personalmente ho trovato più soddisfacente l’emozione dell’attività venatoria a contatto con la lepre, sagace, svelta e rapida. La caccia al cinghiale è fin troppo lunga e strutturata e l’emozione si concentra in pochi momenti che vanno ben costruiti.
D’altronde i terreni per dar la caccia alla lepre non mancano di certo e Anselmo conosceva tanti posti a cinque stelle: la tenuta di un suo parente, praticamente persa nel nulla l’ha fatta da padrone. Abbiamo raggiunto il luogo la mattina molto presto, abbiamo lasciato le nostre cose in un bel casolare di campagna e ci siamo diretti alla volta dei vigneti di famiglia in fase di riposo. Anselmo ci ha fatto una testa quadra parlando del giusto fucile: la lepre d’altronde è una creatura che merita molte attenzioni. Devi avere il giusto segugio a portata di mano, conoscere le poste migliori, o essere disposto a cimentarti in lunghe camminate, ma la fatica è ben riposta.
Se si vuol cacciare allo schizzo, secondo quanto raccontato da Anselmo il consiglio è quello di portar con se un fucile leggero: in quel caso il problema può essere solo quello della fuga della lepre fra le scoline dei campi che non di rado le consentono di sottrarsi alla scoccata, buon per lei. Quindi vada per un fucile leggero ma anche maneggevole e con canne non troppo strozzate. Possono andar bene ad esempio la doppietta con calibro 12 o 20, o il sovrapposto. Quando invece si preferisce la caccia alla posta è bene disporre di un semiautomatico visto che spesso sono richiesti tiri lunghi.
Per farla breve prima dell’inizio della giornata di caccia noi e i nostri cani siamo stati ben analizzati da Anselmo e superato il check siamo partiti per una mattinata meravigliosamente rilassante che si è conclusa davanti ad un ottimo pranzetto e a un grande fuoco. Il vino e lo spumante certo non poteva mancare.
Un viaggio che consiglio d’organizzare: se non conosci nessuno della zona affidati a qualche agenzia venatoria; potrai conoscere un territorio ricco e dei vini d’eccellenza naturalmente made in Italy. Al rientro nel cofano avevamo più vini che lepri e cinghiali, ma la caccia è stata sinceramente appagante!
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