Caccia in Croazia: Orsi in aumento, la Croazia apre la caccia. Il ministero dell’Agricoltura di Zagabria autorizza l’abbattimento di 120 esemplari. Vietata soltanto l’uccisione di femmine incinte.
Tra due settimane comincia la stagione di caccia agli orsi in Croazia, Paese che registra un continuo aumento della presenza di plantigradi e conta attualmente tra i 1.200 e i 1.400 esemplari. La maggior parte vive nella regione di Fiume e parliamo dell’entroterra del Quarnero, il Gorski kotar, dove negli ultimi 20 anni (a causa delle guerre) è stata registrata un’accentuata emigrazione di plantigradi dall’Est dell’ex Jugoslavia, principalmente dalla Bosnia ed Erzegovina. Spaventati da spari ed esplosioni e dal selvaggio comportamento dell’uomo, non controllato per anni dalle istituzioni, tantissimi orsi si sono spostati a Ovest, venendo in un non facile contatto con i confratelli autoctoni della Croazia. La mancanza di spazi e di cibo, ha costretto non pochi orsi a scegliere la strada del mare, arrivando lungo le coste quarnerine e anche nell’isola di Veglia, con stragi di pecore e agnelli.
Il ministero dell’Agricoltura croato ha approvato per il 2014 l’abbattimento di 120 plantigradi, da effettuarsi non oltre il prossimo 15 dicembre. Una decisione che di sicuro non avrà fatto piacere agli ambientalisti -, che però per ora tacciono -, ed è stata invece salutata con favore dai cacciatori. «L’orso bruno è una specie che non è assolutamente a rischio di estinzione in Croazia – ha affermato Mile Uvarkovi„, segretario dell’Unione venatoria della Contea della Lika e di Segna -. La popolazione è in continuo aumento poichè le quote di abbattimento annuali vengono attuate nella misura del 70–80 per cento. Questo accade perché i costi dei permessi per uccidere gli orsi sono molto alti. Si va da un minimo di 655 ad un massimo di 9180 euro, con la media che è di 3 mila euro».
Secondo Uvarkovic, il costo di abbattimento degli orsi è molto più conveniente in Romania e Bulgaria ed è lì che le doppiette sono molto attive. Rispetto alla Slovenia, dove gli orsi vengono visti come animali esclusivamente dannosi (così gli esperti dell’Imperial College di Londra), in Croazia c’è un atteggiamento positivo verso questi animali. Le autonomie locali e le società venatorie ricevono somme di denaro non indifferenti grazie agli orsi, il che crea anche posti di lavoro.
Se nel Paese subalpino, nell’ultimo quinquennio è stato ucciso il 20 per cento della popolazione orsina, in Croazia si è arrivati ad eliminare il 7–8 per cento. Nel Paese si controlla in modo molto rigoroso l’abbattimento dei plantigradi, con pesantissime ammende per chi uccide femmine gravide. La caccia di frodo è molto rara in Croazia, trattandosi di una specie molto difficile da seguire, abbattere e nascondere viste le dimensioni. Stando al rappresentante dei cacciatori, dunque, il modello croato di “gestione” degli orsi dà ottimi risultati e può essere preso ad esempio da altri Paesi.
di Andrea Marsanich
Il Piccolo Gelocal.it
01.09.2014