Caccia in Italia: Rivivere il fascino della Brughiera nebbiosa nelle sei aziende venatorie che ancora sopravvivono nella provincia di Varese. Le zone di caccia diminuiscono giorno dopo giorno, e i cacciatori, quelli veri e appassionati diminuiscono con gli appezzamenti di terra a loro dedicati.
Ciò non toglie che esistano dei lembi di territorio dove la caccia sopravviva, che richiamano durante i periodi in cui l’attività venatoria è aperta, appassionati con la voglia di rivivere l’emozione che la sfida contro la natura è capace di regalare. Nella provincia di Varese di aziende faunistiche venatorie ancora in attività ce ne sono ben sei, frequentate da tutto il dintorno milanese, nelle quali ancora vige l’antica etica della caccia e all’interno delle quali si respira uno spirito familiare, di incontro e di conoscenza.
Il cacciatore che abbandona la città durante il fine settimana per assaporare un briciolo di natura e di brughiera non necessariamente torna a casa con un carniere sorprendente, ma ricco di un’esperienza che difficilmente si dimentica. Non si spiegherebbe diversamente perché molti clienti di queste belle riserve venatorie le frequentino da più di 15 anni.
Si cacciano fagiani, conigli selvatici, beccacce esclusivamente durante le giornate consentite dal calendario venatorio con un totale rispetto durante quei giorni di silenzio venatorio, il martedì ed il venerdì. Le uscite giornaliere costano sì e no 150 euro, cifra che consente di portar a casa non più di una decina di capi abbattuti quando fortunati, ma che agli appassionati del genere, regala sensazioni antiche e di riscoperta della brughiera, un habitat che molti immaginano sterile, secco e umido, ma che ancora è casa di una considerevole fauna.
Qualunque sia l’azienda che si sceglie di visitare l’iter giornaliero è grosso modo sempre lo stesso: si parte intorno alle 9,30 in compagnia di una guida, non prima di aver consumato una ricca colazione in compagnia degli ospiti cacciatori e proprietari. E’ il momento dei racconti e si ricorda di quando la brughiera era un luogo diverso, più ricco di ospiti e di amici. L’unica cosa che pare non essere cambiato è il motivo per il quale in molti raggiungono le riserve di caccia: per mettere in pausa la propria vita cittadina e per gustarsi qualche giorno di pace, spesso lontani dalla famiglia e in alcuni casi dalla moglie. Si trascorrono giornate intere con gli amici, si vive allo stato brado e ci si gode la nebbia, che durante la settimana fa letteralmente impazzire e la natura, della quale quasi si è perso il ricordo.
I boschi della Golasecca d’altronde sono luoghi affascinanti, che hanno il potere di allontanare dal mondo intero: Milano e le grandi città sembrano improvvisamente lontanissime. La festa è non solo per i cacciatori ma anche per i cani, che appena liberati impazziscono per la gioia.
Le regole da rispettare per il cacciatore sono tante: rispetto per la natura, rispetto per il selvatico e rispetto per i compagni di caccia sono elementi da non sottovalutare. Naturalmente la ricchezza della giornata di caccia è da imputare al fatto che si tratta di una riserva, ma l’aria che si respira è pulita per davvero, e la stanchezza delle gambe e delle braccia a fine giornata è più che reale.
Per questo il pranzo è un momento più che gradito: si ripongono le doppiette e si sfoderano, a tavola, mille e un consiglio utile per le giornate a seguire. Luoghi di caccia, momenti, tecniche e trucchetti si sprecano: per dirla facile si crea quell’ambiente convivale e gioioso di cui raccontavano i nonni cacciatori.